RIETI - Il Duomo di Sant’Antonino, a Fara capoluogo, riapre le porte ai fedeli e ai turisti dopo oltre 30 anni di chiusura. La chiesa di origine Cinquecentesca, profondamente ristrutturata tra il 1700 e il 1800, rimase gravemente colpita durante il terremoto di Amatrice dell’agosto 2016 a seguito del quale fu dichiarata inagibile e iniziò il percorso di messa in sicurezza attraverso una serie di opere di adeguamento sismico e restauro architettonico. I lavori sono stati finanziati dalla Cei, con i fondi dell’8 per mille stanziati per restauro degli edifici esistenti e dal fondo sisma della Provincia di Rieti. Il progetto è stato portato avanti dall’architetto Antonio Ferretti insieme all’ingegnere Andrea Gioia, supervisionati dall’architetto della Diocesi Viviana Aleandri e dal direttore dell’ufficio diocesano per i Beni culturali, don Fabrizio Gioiosi.
“È per me motivo di grande gioia riconsegnare, restaurata, la chiesa di Sant’Antonino di Fara Sabina – commenta il vescovo della Diocesi di Sabina – Poggio Mirteto, Ernesto Mandara -, caratterizzata da grandi opere d’arte e oggi arricchita anche da uno spazio espositivo, annesso la sacrestia, che si inserisce in un percorso museale che parte dalla Chiesa e si apre alle bellissime realtà ecclesiali e naturalistiche del territorio. Questo è solo l’inizio di un percorso di valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici che stiamo portando avanti a livello diocesano e che vede coinvolti diversi uffici in una sinergica opera di valorizzazione non solo dei beni strettamente religiosi ma anche di quanto ha promosso e promuove la memoria del territorio”.
In occasione della riapertura la Diocesi di Sabina in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Beni Artistici e Paesaggio per l'area metropolitana di Roma e la provincia di Rieti e la Provincia di Rieti ha organizzato per oggi 28 ottobre alle ore 9.30 un convegno proprio all’interno del Duomo in cui interverranno il vescovo Mandara, la sindaca di Fara e presidente della Provincia, Roberta Cuneo insieme alle autorità e a tutti i protagonisti del lungo percorso di restauro e valorizzazione della chiesa e del grande patrimonio al suo interno custodito.
“Questo intervento di restauro è importante – spiega il direttore dell’ufficio per i Beni Culturali della Diocesi, don Fabrizio Gioiosi – perché il Duomo di Fara Sabina è tra le chiese più insigni e belle della Diocesi: ha una storia straordinaria e un patrimonio ricchissimo ed è stato un punto d riferimento per tutto il territorio circostante.
Accanto alla chiesa poi è stato realizzato uno spazio espositivo, quale sede distaccata del museo diocesano situato a Poggio Mirteto. Il Duomo così restaurato e arricchito di un’ala museale si inserisce appieno nel progetto della Diocesi di creare un vero e proprio itinerario culturale sabino che toccherà Poggio Mirteto, l’Abbazia di Farfa, l’Abbazia dell’Argentella a Palombara, l’eremo di Cottanello, la cattedrale di Magliano Sabina e le chiese romaniche di Fianello e Montebuono.