Dall’inizio del conflitto, il costo di molti alimenti primari per la sopravvivenza della popolazione è diventato insostenibile: il prezzo del riso è salito del 131%, dei fagioli del 92%, dell’olio vegetale dell’86%, della farina per il pane del 54%. Una concomitanza di fattori che ha portato ad un aumento del 68% della popolazione colpita da fame, quasi 18 milioni di persone. Secondo le stime la guerra ha fatto almeno diecimila vittime tra i civili e prodotto 3 milioni di sfollati. Con metà delle strutture sanitarie distrutte o fuori uso, c'è stata anche una devastante esplosione di colera, con più di 1 milione di casi e altre 2.000 vittime.
«A tre anni dall’esplosione del conflitto, il Paese è sull’orlo della carestia. – ha detto Paolo Pezzati, policy advisor di Oxfam Italia per le emergenze umanitarie –. Uomini, donne e bambini sono costretti ad affrontare una drammatica battaglia quotidiana solo per un po’ di cibo e acqua. Se non vogliamo assistere a una catastrofe umanitaria ancora più grave, tutte le parti coinvolte devono cessare immediatamente le ostilità».
Lo Yemen è il teatro di una delle guerre inter-islamiche per procura iniziata nel febbraio del 2015 quando il presidente Abd Rabbih Mansour Hadi è stato costretto a fuggire dalla capitale Sanaa dai ribelli sciiti Houthi appoggiati dall’ex presidente Ali Abdullah Saleh. Sul terreno si contrappongono una coalizione di Paesi arabi sunniti, guidati dall'Arabia Saudita (con il sostegno di Usa e Gran Bretagna) e un'alleanza fra l'ex presidente Ali Abdullah Saleh e gli Houthi, appoggiati dall’Iran.
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