La battaglia di Zaia sui vaccini per vincere il referendum regionale

Zaia (Ansa)
di Marco Conti
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Giovedì 7 Settembre 2017, 15:13
Luca Zaia ci ripensa e salta anche per i veneti la moratoria di due anni per mettersi in regola con i vaccini. La decisione era attesa da ieri. La fermezza con la quale le ministre della Salute Beatrice Lorenzin e dell’Istruzione Valeria Fedeli hanno difeso l’obbligo vaccinale e l’affondo dei capogruppo di Forza Italia, avevano isolato il governatore del Veneto. Tanto più che nei giorni scorsi si era adeguato anche il presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni, che con Zaia  aveva iniziato la battaglia. Senza contare il rischio di generare ancor più caos nelle famiglie o magari di armarle nelle scuole l’una contro l’altra.

Qualche altro giorno di polemica e di titoli su giornali e tg e poi la marcia indietro. Resta il ricorso alla Corte Costituzionale e, soprattutto il referendum regionale consultivo del 22 ottobre attraverso il quale il Veneto, come la Lombardia, chiederanno ai propri cittadini se sono d’accordo a chiedere  al governo centrale più autonomia e di conseguenza più soldi.

Il braccio di ferro sui vaccini serviva a Zaia per tenere alta l’attenzione sul referendum a rischio quorum ma, a differenza del ricorso alla Consulta, rischia ora di trasformarsi in un boomerang oppure in un nuovo argomento per scagliarsi ancora una volta contro il centralismo di Roma. 
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