Terzo mandato, maggioranza spaccata, cosa è sucesso e quali sono gli scenari

La commissione Affari Costituzionali del Senato ha bocciato l'emendamento della Lega che puntava ad aumentare il limite dei mandati per i governatori delle regioni. Adesso gli scenari sono molti

Bocciatura terzo mandato, ecco quali son ora gli scenari
di Monica De Chiari
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Giovedì 22 Febbraio 2024, 16:39 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 15:36

Risposta negativa per il terzo mandato. La maggioranza, come da previsioni, si spacca sul voto sull'emendamento al decreto Elezioni che consentiva il terzo mandato dei governatori delle Regioni.

La vicenda

La commissione Affari costituzionali del Senato lo ha bocciato, con 16 voti contrari, 4 favorevoli e un astenuto. Il governo si era rimesso alla commissione, il relatore Alberto Balboni (FdI) aveva dato parere contrario. Hanno votato contro Pd, M5S, Avs, FdI, Forza Italia, a favore Lega e Italia viva. Astenuto il senatore del gruppo di Autonomie, non ha partecipato al voto il rappresentante di Azione. Questa mattina la Lega aveva ritirato l'emendamento al decreto Elezioni che chiedeva il terzo mandato per i sindaci delle grandi città. Era rimasta sul tavolo, invece, la proposta sul terzo mandato ai governatori, che però non è passata.

La risposta della Lega 


Ma il Carroccio non si arrende. "Nonostante il voto contrario della commissione Affari costituzionali in Senato, sull'emendamento per il terzo mandato dei governatori di Regione per noi la partita non è chiusa. Continuiamo a ritenere che la scelta o la bocciatura di un rappresentante del popolo, ad ogni livello, debba passare dal voto dei cittadini e non da una decisione dei partiti. Uno, due, tre, quattro mandati. Qual è il criterio oggettivo per stabilire quale sia la scelta giusta? Nessuno. Noi ci fidiamo dell'unico giudizio che conta in democrazia: il voto popolare. In particolare in Veneto, siamo convinti che anche gli elettori di Fratelli d'Italia e Forza Italia siano con noi", si legge in una nota il senatore veneto della Lega Paolo Tosato, vicepresidente della commissione Affari costituzionali.

La questione Zaia

Ed è proprio la partita elettorale che si dovrà giocare in Veneto nel 2025 a preoccupare di più la Lega che sperava di riuscire a rosicchiare un altro mandato pieno per il governatore Luca Zaia, appunto in scadenza l'anno prossimo e per il quale, ora, di prospettive all'orizzonte non ce ne sono. Che sia un dossier che Matteo Salvini proverà in extremis a rimettere sul tavolo del governo post elezioni europee? Forse, ma molto probabilmente continuerà a non trovare il favore del partito della premier che più volte ha fatto capire come sulla questione non ci sia più nulla di cui discutere. Di casuale poco e niente, visto che per Giorgia Meloni la fine del mandato del leghista Zaia rappresenta una ghiotta occasione per provare a mettere un'ipoteca elettorale su una regione del nord produttivo italiano dove Fratelli d'Italia ancora non è arrivato, e di farlo al posto della Lega.

Insomma, sfruttare il ribaltamento degli equilibri post 25 settembre. Certo è che se la Lega avesse ritirato anche questo di emendamento forse ora non si parlerebbe di spaccatura nella maggioranza ma solo di dibattito politico tra partiti alleati ma pur sempre diversi.

"Forse sarebbe stato meglio ritirarlo questo emendamento perché il tema è molto complesso e molto difficile e meritava un contesto più ordinato in cui fare questa discussione", commenta il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani a margine dei lavori della commissione Affari costituzionali al Senato. Forza Italia però minimizza, e non vede alcun rischio di ripercussioni per la tenuta della maggioranza: "È finita ancora meglio del previsto, con 16 voti contrari su 22 membri della Commissione, in un clima di sereno confronto, non è stato approvato l'emendamento sul terzo mandato dei Presidenti delle Regioni, dopo che la Lega aveva ritirato l'emendamento sul terzo mandato dei sindaci", dichiara il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri.

"È stata superiore l’attenzione mediatica sulla questione che non la portata del dibattito, che non ha creato nessuna lacerazione nella maggioranza. Si è trattato di un normale confronto su un tema da tempo al centro del dibattito che è stato affrontato senza alcuna conseguenza di natura politica" ha continuato il senatore di FI. 
Intanto dal Veneto: "Prendo atto del voto. La strada è ancora molto lunga … Natura non facit saltus", ha commentato il governatore Luca Zaia una volta appreso l'esito della votazione. 

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