Unioni civili, ora spunta l'adozione «in prova»

Unioni civili, ora spunta l'adozione «in prova»
di Emilio Pucci
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Mercoledì 20 Gennaio 2016, 10:32 - Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 10:55
Lo schema è quello delle maggioranze variabili. Manca ancora una settimana alla discussione del ddl Cirinnà al Senato ma il Pd ha cominciato a stringere i bulloni all'interno del partito, con gli alleati e fuori dal recinto della maggioranza. E' il capogruppo Zanda a portare avanti la mediazione. I paletti sono stati piantati: eliminare qualsiasi ipotesi di equiparazione tra le unioni civili e l'istituto del matrimonio e ammorbidire il testo sulla stepchild adoption. Sondaggi sono in corso con Ncd e FI, perché la consapevolezza dei dem è che M5s cercherà di approfittare della situazione di caos per tentare l'affondo contro Renzi.

Per questo motivo il premier ha dato mandato di allargare il campo, di cercare la sponda degli azzurri e dei centristi, di alzare l'asticella dei sì alla legge. Norme quindi più stringenti sulla stepchild adoption, chiusura totale alla pratica dell'utero in affitto, un periodo di prova per l'adozione, una sorta di foglio rosa che potrebbe durare due anni dopo i quali sarà il giudice a valutare caso per caso: sul tavolo per ora ci sono queste opzioni per aumentare il consenso sul voto più a rischio, quello sull'articolo 5. Per cercare di uscire indenni dal voto segreto i dem hanno bussato alla porta del gruppo di Romani ma soprattutto di quegli esponenti di Ap che non sono considerati oltranzisti. Stenta a decollare, invece, il dialogo con i pentastellati anche per il clima che si è instaurato dopo la vicenda di Quarto.

VETI INCROCIATI
Calcoli alla mano il ddl Cirinnà, per il gioco dei veti incrociati, rischia di incagliarsi già al primo scoglio quando si voteranno le pregiudiziali di costituzionalità: Sacconi e altri senatori cattolici hanno pronti gli emendamenti per bloccare il testo, con l'auspicio che il centrodestra e l'opposizione votino compatti per inviare un segnale all'esecutivo. Renzi tirerà le somme solo al termine della discussione ma, d'intesa con il Colle, ha già dato l'ok a modificare il provvedimento. Verrà eliminato qualsiasi riferimento alla famiglia e saranno riscritti i diritti e i doveri dei due partner dell'unione. Il problema tuttavia è che su alcune questioni, anche quelle legate alla stepchild circoscritta, occorre superare i dubbi di costituzionalità. Perfino sul periodo di prova per l'adozione del figlio del partner.

LO STRALCIO
I cattolici Pd perciò insistono sulla tesi dell'affido rafforzato, cercando un'intesa con i senatori Ncd che possa tramutarsi in una convergenza larga in Aula. Ma la manovra è stata stoppata dal Pd che non vuole stravolgimenti del testo, altrimenti il soccorso dei grillini, di Sel e della minoranza Pd sarebbe compromesso. Sullo sfondo resta l'ipotesi dello stralcio: l'accordo tra i dem è quello di cercare di evitarlo a tutti i costi, ma anche esponenti come Chiti, oltre a molti renziani, non la escludono.

Il perimetro dentro il quale raggiungere un'intesa resta comunque quello della maggioranza: «Non ci abbandoniamo ai voti d'Aula che nascondono troppe insidie», è l'invito rivolto ai colleghi dalla dem cattolica Di Giorgi. «No a maggioranze sostitutive», è la linea emersa ieri all'assemblea di gruppo. Lo stesso Zanda parla di possibile «esito imprevedibile, per questo motivo il Pd – dice - deve stare molto attento, le unioni civili non devono diventare il problema del partito, non formiamo correnti su singole questioni della legge». L'appello è di presentare «pochi e mirati emendamenti».

Il tema della rivisitazione dell'istituto della stepchild si intreccia anche con gli aggiustamenti di governo che dovrebbero arrivare entro la fine della settimana. Concessioni ai centristi, con Costa che dovrebbe essere promosso ministro, Gentile sottosegretario e D'Ascola che prenderebbe il posto di Palma alla guida della commissione Giustizia di palazzo Madama mentre Formigoni verrebbe confermato all'Agricoltura. Apertura di credito anche a Scelta civica (Zanetti si appresta a diventare viceministro all'Economia) mentre gli altri ritocchi riguarderanno il Pd con D'Amendola viceministro agli Esteri e Terranova al Mise. L'operazione-rimpastino potrebbe fungere da Maalox per qualche malpancista di Ncd, ma la strada di un compromesso con Ap resta in salita. Per di più dopo le parole di Cirinnà che è tornata a parlare di «possibili sgambetti», dei «fratelli coltelli di Ncd» che hanno «affossato la legge sull'omofobia» e dei matrimoni gay da rilanciare prossimamente.