Una mossa che guarda alle elezioni amministrative del 2016 e che ha spiazzato la minoranza interna arrivata a Milano per discutere nell’assemblea nazionale del Pd, di Verdini e delle riforme costituzionali. Renzi non cita nè il senatore azzurro, nè gli esponenti della minoranza interna e cambia completamente l’agenda e la stessa natura della sinistra storica: «Non siamo più il partito delle tasse».
Una ”narrazione” nuova per «la tribù dei musi lunghi» che alberga nel Pd ma anche per la destra berlusconiana e leghista che rivendica il copyright, ma è costretta a fare i conti con dieci anni di governo al termine dei quali la pressione fiscale è aumentata.