Lotta alla povertà, la sfida tra i partiti

Lotta alla povertà, la sfida tra i partiti
di Luca Cifoni
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Lunedì 29 Gennaio 2018, 09:43

Il reddito di dignità annunciato da Silvio Berlusconi ha un antenato famoso nella letteratura economica: si richiama infatti al concetto di «imposta negativa» messo a punto dal premio Nobel statunitense Milton Friedmann. L'idea è che i contribuenti il cui reddito è troppo basso e quindi non versano tasse sul reddito ricevano al contrario dallo Stato - attraverso il canale fiscale - una somma sufficiente per vivere dignitosamente. Pur senza fornire molti altri dettagli, il leader di Forza Italia ha indicato i destinatari nei 4 milioni e 750 mila italiani che vivono in condizioni di povertà assoluta. E non ha precisato se queste persone dovranno fornire qualche tipo di contropartita in cambio del sostegno ricevuto dalla società, ad esempio la disponibilità a lavorare.


Cittadinanza/ Assegno da 780 euro ma condizionato


Dignità/ Con la tassa negativa mille euro al mese


Inclusione/ Al via i 485 euro solo per pochi

IL PUNTO DELICATO
Questo è un punto delicato, perché gli economisti discutono accanitamente proprio sul tema se strumenti di questo tipo possono rappresentare un disincentivo al lavoro. La soglia di dignità a cui si riferisce Berlusconi è di indicata approssimativamente a mille euro mensili: portare tutti i cittadini a questo livello ha un costo potenziale di decine di miliardi di euro. Gli economisti Massimo Baldini e Francesco Daveri su Lavoce.info hanno calcolato gli effetti finanziari riferiti ad una platea di 2 milioni di famiglie, quantificando in circa 29 miliardi l'impegno necessario a garantire un trasferimento medio mensile di 1.200 euro a nucleo.

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