L'ex segretario del Pd coglie l'occasione per chiedere più fondi a favore degli impianti sportivi e parlare di politica, in particolare dei problemi della scuola. «Quello che segnalo ai sindaci è che in tribuna tre ragazzi più grandi dei miei, in tre momenti diversi, mi si avvicinano. Per un selfie, per una battuta sulla Fiorentina, sul referendum, su Trump e Obama. Non solo». «Tre ragazzi diversi -dice- nel giro di un paio d'ore mi dicono: scusi, sindaco, lei si ricorda di me? Lei è venuto a salutarci nelle scuole quando io ero alle elementari. Si ricorda che parlammo di Firenze? Si ricorda cosa le disse il mio compagno di scuola? Ovviamente io non mi ricordavo, né potevo ricordarmi i singoli dettagli. Ma il sindaco che va nelle scuole -io lo facevo tutti i martedì, cascasse il mondo- e dialoga con i ragazzi fa più educazione civica di mille discorsi».
Renzi rivolge un appello: «Amici sindaci di tutti i colori politici: andate nelle scuole. Dialogate con gli studenti. Raccontatevi e ascoltateli. Perché in un sabato pomeriggio di calcio giovanile ho capito che gesti di questo genere sono più importanti - sul lungo periodo - di mille discorsi. Non vi serviranno per le elezioni, sono troppo piccoli. Ma li aiuterete a essere cittadini». «Vi prego -insiste- cari sindaci: andate nelle scuole. Portate le istituzioni nella scuola, che è il vero, unico, luogo del futuro di una città. Parlate coi ragazzi, per loro sarà un incontro che lascerà il segno più di quanto voi per primi crediate. Voi tornerete in municipio, a parlare di buche, servizi sociali e scartoffie varie. Ma ci tornerete più ricchi dentro. E quei ragazzi porteranno nel cuore per anni la visita del signor sindaco».
© RIPRODUZIONE RISERVATA