Caso Marino, dimissioni, scioglimento, commissario: ecco cosa succede adesso

Caso Marino, dimissioni, scioglimento, commissario: ecco cosa succede adesso
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Venerdì 30 Ottobre 2015, 14:46 - Ultimo aggiornamento: 15:01
Si avvicina l'arrivo di un commissario in Campidoglio. Una volta che almeno la metà più uno dei consiglieri capitolini, ossia 25 su 48, avranno protocollato le loro dimissioni in Campidoglio, infatti, si determineranno le condizioni per lo scioglimento del consiglio comunale. E, di conseguenza, sindaco e giunta decadranno.



È il Testo unico degli enti locali a disegnare la procedura. L'articolo 141 disciplina i casi di Scioglimento e sospensione dei consigli comunali e provincialì. «I consigli comunali e provinciali - si legge nel testo - vengono sciolti con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell'interno» in diversi casi.



Tra questi «quando non possa essere assicurato il normale funzionamento degli organi e dei servizi»,

dunque anche per «cessazione dalla carica per dimissioni contestuali, ovvero rese anche con atti

separati purché contemporaneamente presentati al protocollo dell'ente, della metà più uno dei membri

assegnati, non computando a tal fine il sindaco o il presidente della provincia».



Con lo scioglimento si provvede anche alla nomina di un commissario, che esercita le attribuzioni conferitegli con il decreto stesso. Tecnicamente il commissario verrà nominato dal prefetto Franco Gabrielli.



Ma la scelta, come aveva spiegato tempo fa lo stesso Gabrielli, sarà fatta di concerto con il ministero dell'Interno e del premier Matteo Renzi. In pole position ci sarebbe il prefetto Bruno Frattasi.



Il suo nome non dispiace certo a Gabrielli che, nei giorni scorsi, rispondendo a una domanda aveva

detto: «Nella cassetta degli attrezzi abbiamo varie opzioni e vari piani. Frattasi è un bel piano». Il

rinnovo del consiglio deve coincidere con il primo turno elettorale utile previsto dalla legge.