L'intervista Beatrice Lorenzin: «Non andrò al Family day, ma sono contraria alle adozioni gay»

L'intervista Beatrice Lorenzin: «Non andrò al Family day, ma sono contraria alle adozioni gay»
di Marco Ventura
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Lunedì 25 Gennaio 2016, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 14:37

Sì e no. Sì alle unioni civili ma “no” a equipararle al matrimonio. Sì alla famiglia tradizionale ma “no”, come ministro, ad andare in piazza. E “no”, soprattutto, alla stepchild, l'adozione del figliastro, se serve soltanto a legittimare pratiche come l'utero in affitto. «La mia posizione è chiara», dice il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. «Sono favorevole a forme di regolamentazione che permettano a due persone dello stesso sesso di vivere la propria affettività, fare scelte comuni, avere protezioni. Ma il mio favore finisce laddove il meccanismo della stepchild farebbe rientrare dalla finestra quello che abbiamo fatto uscire dalla porta: l'utero in affitto e l'eterologa per le coppie omosessuali. L'importante è non radicalizzare lo scontro o criminalizzare nessuno, perché rischiano di rimetterci le persone più deboli».

Però quando i bambini ci sono già, sono nati, vanno tutelati?
«Certo. Si può ricorrere a uno strumento giuridico che già abbiamo, quello della continuità affettiva che permette le adozioni speciali, per esempio da parte di single. A mio parere dev'essere rafforzato il compito dei giudici dei Tribunali minorili a tutela di situazioni che però devono essere ben individuate. I bambini già nati non possono essere discriminati per il modo in cui sono stati concepiti, questo è evidente».

Si può trovare un punto di equilibrio in Parlamento?
«Spero proprio di sì. Più le soluzioni saranno condivise nel Parlamento, più lo saranno nella società, anche perché parliamo di norme di civiltà che impongono un cambiamento dei modi di vivere. La stepchild portata in Parlamento però è sbagliata. Va bene regolare le unioni civili tra persone dello stesso sesso, ma dico no ad aprire su certe adozioni e sulla genitorialità, pratiche illegittime nel nostro Paese e proibite dalla legge».

Si troverà un accordo anche con Sel e 5Stelle?
«Penso di sì, purché si vogliano risolvere i problemi concreti. Se si vuole tutelare il minore va bene, se invece il tema dirimente diventa quello di permettere l'adottabilità di un minore a coppie omosessuali o l'utero in affitto, non ci sto. La legge impone regole che valgono per tutti. Guai a riaprire la questione eticamente fortissima delle persone che prestano il proprio corpo: storie difficili di sfruttamento, povertà, emarginazione…».

Le piazze rischiano di ideologizzare ed estremizzare il confronto?
«Purtroppo sì. Per questo bisogna trovare come punto di caduta una norma equilibrata in Parlamento. Ma capisco che su questioni così forti la gente voglia dire la propria, questo è assolutamente legittimo e spero che le piazze continuino a essere equilibrate come lo sono state domenica».

Lei non sarà in piazza?
«Io sono il ministro di tutt'e due le piazze, quando ci sarà la legge la dovrò applicare nel modo migliore. Come parlamentare e come persona la mia opinione è netta: rischiamo di perdere di vista il diritto primo, che è quello dei bambini…».

Se non fosse in Cina in coincidenza col Family day, ci sarebbe andata?
«Come parlamentare sono vicinissima agli organizzatori del Family day, ai quali ho anche scritto una lettera, ma come ministro dovrà far attuare la legge che c'è, essendo il mio un ministero che si occupa di maternità. Voglio essere ministro di tutti, anche se ci sono cose che non condivido… Io ho questo tipo di sensibilità. Mi sono trovata ad applicare l'eterologa pur essendo contraria, ma ho cercato di applicarla nel modo migliore a tutela delle donne e dei bambini».

Poi c'è il problema costituzionale a cui ha fatto riferimento anche il presidente Mattarella, circa la famiglia naturale…
«Esattamente. La norma va corretta negli aspetti in cui equipara le unioni civili al matrimonio, che la nostra Costituzione disciplina in modo netto e chiaro».

Si è espresso anche il Papa. Quanto pesano le prese di posizione, a volte anche contraddittorie, dentro la Chiesa?
«La Chiesa fa il suo lavoro e come guida spirituale esprime la propria opinione. Noi però possiamo fare un dibattito laico su questo tema, a prescindere dalle posizioni religiose. E credo che si possa trovare un punto d'incontro tra le laici e cattolici su base antropologica».

A volte chi difende la famiglia naturale appare retrogrado…
«È un paradosso culturale, il primo principio di una cultura liberale è che la mia libertà finisce dove comincia la tua, e a fronte della libertà dei genitori di decidere il proprio destino c'è una libertà che qualcuno deve tutelare, che è quella di un bambino che deve ancora nascere ad avere una famiglia con un papà e una mamma. Questo è il piede con cui bisogna poter partire nella vita. Ci sono purtroppo bambini che non hanno questa fortuna, che crescono con un solo genitore e tutti conosciamo la sofferenza di essere cresciuti senza una delle figure genitoriali. Per essere bravi liberali basta far prevalere il buon senso».

Come giudica il dibattito nel Pd?
«Ovviamente il Pd ha avuto sempre posizioni diverse rispetto alla nostra, ma ce ne sono anche diverse dentro il Pd. Questo comunque è un tema da Parlamento, che merita un dibattito profondo e libertà di coscienza, non un tema da governo».

Rischi per il governo?
«Nessuno, le due partite sono completamente divise, si sbaglia anche a voler dare connotazioni di tipo politico specifico. Ci sono posizioni diverse che attengono a identità e sensibilità diverse, ma il governo si regge su altri tipi di maggioranza: sulle riforme istituzionali, sulla fiducia, sulle riforme economiche».