Cannabis per uso medico e guida senza patente depenalizzate

Cannabis per uso medico e guida senza patente depenalizzate
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Venerdì 15 Gennaio 2016, 11:42 - Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 16:51

Il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il pacchetto di depenalizzazioni che riguarda tra l'altro la cannabis per uso terapeutico e la guida senza patente. L'intervento si compone di due decreti legislativi.

Chi sarà trovato, la prima volta, alla guida senza patente o con patente non in regola eviterà il processo penale e pagherà una sanzione tra i 5mila e i 30mila euro: la multa diventa quindi più salata di quella attuale, che va da 2.257 a 9.032 euro. Inoltre scatterà comunque la confisca del veicolo e in caso di recidiva resta la sanzione penale.

Passa da reato a illecito amministrativo anche la violazione delle prescrizioni sulla coltivazione della cannabis, ma solo per i soggetti autorizzati a farlo a fini terapeutici: fuori da questa cornice, coltivare cannabis resta reato. Come annunciato, non rientra nel testo la depenalizzazione dell'immigrazione clandestina: sarà trattata in un testo ad hoc.

Resta fuori dal pacchetto depenalizzazioni come previsto l'immigrazione clandestina. 

Per quanto riguarda la cannabis, la sostituzione della pena di un anno con una sanzione da 5mila a 30mila euro riguarderà soltanto chi, già autorizzato alla coltivazione per scopi terapeutici o di ricerca, violi le prescrizioni. Far crescere una piantina di cannabis sul terrazzo di casa resterà reato.

Cade anche l'ultima perplessità sulla depenalizzazione della guida senza patente. Oggi, infatti, chi viene pizzicato incorre nella pena dell'ammenda da 2.257 a 9.032 euro, il più delle volte ”bruciata” dalla prescrizione. Con la riforma messa a punto dal ministro della Giustizia Orlando, invece, scatterebbe subito il fermo e la confisca amministrativa del mezzo, e una multa ben più salata: dai 5mila ai 30mila euro (senza contare la permanenza del reato in caso di recidiva).

I due decreti legislativi contengono numerose altre novità che entreranno subito in vigore. Si parte dall'abolizione di cinque reati - ingiuria, sottrazione di cose comuni, appropriazione di cose smarrite, falsità in scrittura privata, falsità in foglio firmato in bianco - nessuno dei quali prevedeva il carcere. Per questi reati la persona offesa non dovrà più sporgere querela, ma chiedere al giudice civile il risarcimento del danno. Si va da un minimo di 100 a un massimo di 12 mila euro. L'effetto sarà anche quello di sfoltire, e molto, le cause pendenti in tribunale.

E ancora: una serie di reati, ora puniti con la sola pena pecuniaria, diventeranno illeciti amministrativi. L'elenco, in questo caso, è più lungo: si va dagli atti osceni all'abuso della credulità popolare, fino all'omesso versamento di ritenute previdenziali non oltre 10mila euro. La sanzione sarà da un minimo di 5mila a un massimo di 30mila euro. La fedina penale resterà immacolata ma si dovrà sborsare molto di più rispetto alle vecchie ammende o multe. Restano fuori dalle depenalizzazioni reati che, pur prevedendo sino ad oggi la sola pena pecuniaria, tutelano interessi importanti in materia di urbanistica, alimenti, ambiente, salute nei luoghi di lavoro, giochi d'azzardo, sicurezza pubblica etc. Quanto all'immigrazione clandestina, il reato sarà abolito ma non oggi: «il rinvio non sarà sine die - assicura Orlando -. Servirà un sistematico ripensamento della materia».