LA CONTESTAZIONE
«Sui miei profili social - sottolinea - ci sono commenti pieni di minacce e volgarità, di inviti alla violenza. Spesso queste persone hanno chiari orientamenti politici. Se semini odio questo è il risultato. Se la politica sdogana le peggiori pulsioni c'è da aspettarsi solo il peggio». Boldrini non cita i nomi di Beppe Grillo, Matteo Salvini o Giorgia Meloni, ma sembra evidente che pensi a loro come i «cattivi maestri» che fomentano gli aggressori sui social. Fu Grillo a chiedere ai suoi fan «che fareste con la Boldrini in macchina» e Salvini a portare sul palco una bambola gonfiabile con le sue sembianze. La leader di Fdi arriva a sospettare che dietro il suo silenzio su Rimini ci sia «una difesa ideologica dell'immigrazione di massa e del multiculturalismo». Ricordando le minacce ai suoi danni dell'esponente leghista pugliese, poi espulso, la presidente della Camera lancia l'allarme: «Evocare lo stupro nei confronti delle avversarie politiche non è tollerato in altri paesi democratici. Sciaguratamente l'ho visto praticato solo in teatri di guerra, con conseguenze devastanti».