Arresto Papa, Pdl: voto da invalidare
Fini: si è svolto tutto regolarmente

Berlusconi tra La Russa e Fitto durante il voto per l'arresto di Papa
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Giovedì 21 Luglio 2011, 09:14 - Ultimo aggiornamento: 15 Agosto, 00:30
ROMA - Prima notte in carcere, a Poggioreale, per il deputato del Pdl Alfonso Papa, arrestato intorno alle 22 di ieri sera a Roma dalla Guardia di finanza dopo che la Camera ne aveva autorizzato l'arresto chiesto dalla magistratura nell'ambito dell'inchiesta P4. Papa, hanno fatto sapere i suoi legali, sabato risponderà alle domande del gip. Non si placa, intanto, la polemica sul voto segreto di ieri che, secondo il Pdl (Cicchitto in testa), segreto non è stato a causa di un escamotage attuato dal Pd. Per il presidente della Giunta per le autorizzazioni, Castagnetti, invece, non è plausibile invalidare il voto e il problema non sussiste in quanto non c'è stata coercizione nei confronti de deputati che hanno ritenuto di rendere palese la propria scelta. E iI presidente della Camera, Fini, dice: «Non ci sono presupposti per considerare non valido il voto di ieri nell'aula della Camera sulla richiesta di arresto per Papa. Lo stesso Cicchitto sa che quel voto è regolare».



Papa è stato arrestato alle 22 di ieri a Roma, tre ore dopo che la Camera dei deputati aveva autorizzato l'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare emessa nei suoi confronti, nell'inchiesta P4, per una serie di episodi di corruzione e rivelazione di segreto. Papa aveva scelto di costituirsi nella casa circondariale di Orvieto (Terni), ma ha desistito, consegnandosi alle Fiamme gialle, quando ha saputo che il gip aveva disposto che doveva essere condotto nel carcere di Poggioreale.



L'ingresso a Poggioreale è avvenuto intorno alla mezzanotte: consegnati gli oggetti personali, Papa ha raggiunto la cella che gli è stata assegnata. In considerazione dell'orario, alcuni adempimenti all'ufficio matricola sono stati rinviati ad oggi.



Una delle prime cose che Alfonso Papa ha fatto questa mattina è stata incontrare il cappellano del carcere, confessarsi e fare la comunione, ha raccontato ai suoi avvocati, Giuseppe D'Alise e Carlo Di Casola, che lo hanno incontrato nel pomeriggio per circa due ore. Papa è apparso sereno e ha affermato di essere stato trattato con gentilezza. La sua prima notte l'ha trascorsa in una cella singola del padiglione Firenze, nella quale ha portato la Bibbia, Le affinità elettive di Goethe e l'ordinanza di custodia cautelare, che sta studiando in attesa di sottoporsi sabato all'interrogatorio di garanzia.



Legali: Papa risponderà alle domande del gip. Nell'interrogatorio di garanzia fissato per sabato mattina, Papa intende rispondere alle domande del gip, hanno detto gli avvocati D'Alise e Di Casola. Papa intende, in linea di massima, rispondere anche ai pm, se dovessero essere presenti all'interrogatorio. La difesa precisa tuttavia che si farà una valutazione caso per caso su ciascuna domanda.



Cicchitto: il voto su Papa non è stato segreto.
«Ci sarebbero tutti gli estremi per invalidare il voto di ieri alla Camera su Alfonso Papa, ma non vogliamo infilarci in una vicenda procedurale - ha detto oggi nell'aula della Camera il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto - Riteniamo però che ieri sia stato leso in modo organico, totale, il principio del voto segreto. Un episodio gravissimo. Le stesse parole del presidente Franceschini sono testimonianza evidente che ieri su Papa non c'è stato voto segreto. Ma siccome pensiamo al futuro, e penso che tragedie come quella di ieri in questa aula avranno a ripetersi, in quest'aula deve esserci garanzia di un voto segreto, non la parodia di un voto segreto. Senza una procedura che garantisca davvero la segretezza del voto, ritireremo la nostra adesione a questo meccanismo di voto, quello che avviene con il sistema elettronico e con le impronte digitali. Il voto o è segreto o non lo è. Cosa avrebbe detto la sinistra se noi avessimo fatto come loro sui voti segreti relativi al biotestamento? Dal punto di vista politico deve esserci un chiarimento politico tra noi e la Lega, che però ha lasciato, in maniera positiva, libertà di coscienza ai suoi deputati. Invece da Pd, Idv e Udc ieri è stata scritta una pagina tra le più brutte».



Pdl a Fini: verificare se il voto ha rispettato la segretezza. Nonostante la dichiarata volontà di non infilarsi «in una vicenda procedurale», Cicchitto, insieme al capogruppo del Pdl alla Camera, Massimo Corsaro e Simone Baldelli, ha scritto al presidente della Camera, Fini, contestando l'effettivo rispetto della segretezza «Chiediamo alla presidenza della Camera - si legge nella nota congiunta - di valutare attentamente se le modalità con le quali si è proceduto al voto abbiano rispettato i principi contenuti nell'articolo 67 della nostra Costituzione e il disposto degli artt. 49 e 51 del nostro regolamento. Gli art. 49 e 51 del nostro Regolamento prevedono e disciplinano i casi di applicazione,le modalità di richiesta e quelle di svolgimento del voto segreto in Aula. In relazione al voto segreto di ieri, il presidente del Gruppo del Pd ha reso noto anticipatamente all'Assemblea che il proprio gruppo di appartenenza avrebbe aggirato la segretezza della votazione garantita dal sistema con procedimento elettronico rendendo di fatto palese il voto espresso dal deputato attraverso una posizione inequivocabile delle dita all'interno del dispositivo di voto. Tale escamotage risulta documentato da filmati televisivi e da foto che diversi deputati hanno scattato con cellulari o con altri dispositivi ritenendo di poter o dovere dar prova di una espressione del voto ormai evidentemente tutt'altro che segreta. Ci domandiamo cosa sarebbe accaduto a parti invertite se fosse stato il gruppo del Pdl ad annunciare un atteggiamento simile in occasione, ad esempio, delle votazioni segrete sul testamento biologico avvenute di recente: chissà quanti strenui difensori delle prerogative della libertà e della segretezza del voto dei parlamentari si sarebbero alzati dai banchi per accusarci di essere dei liberticidi».



Fini: il voto è regolare. «Non ci sono presupposti per considerare non valido il voto di ieri nell'aula della Camera sulla richiesta di arresto per Alfonso Papa»: così il presidente della Camera Gianfranco Fini ha risposto alle contestazioni sulla validità del voto avanzate dalla maggioranza, concentrate sul fatto che Pd e Idv hanno reso palese il loro voto. Alla cerimonia del Ventaglio Fini spiega: «Nella sua sovranità e autonomia l'Aula si è espressa a favore della richiesta di arresto, ed il Parlamento ha esercitato una delle prerogative che la Costituzione gli assegna. Non ci sono presupposti per considerare quel voto come non valido. Lo stesso on. Cicchitto è perfettamente consapevole che quel voto ha una oggettiva regolarità».



«Sulla segretezza del voto valuteremo accorgimenti». Quanto alla questione della segretezza, Fini sottolinea che «non si tratta di una novità» e dice: «Da una parte ogni deputato ha il diritto di vedere tutelata la segretezza del proprio voto; d'altra parte, egli ha la piena facoltà di far conoscere come ha votato». E, citando un intervento in proposito dell'allora presidente della Camera Scalfaro, annuncia: «Continueremo la discussione sul tema in ufficio di presidenza. È indubbio che nessuno possa controllare come un deputato vota a scrutinio segreto, ma è evidente che la segretezza del voto è certa solo se lo stesso deputato si avvale del proprio diritto». Puntualizzando che «il voto elettronico e il sistema con le minuzie non c'entrano nulla», Fini dice: «Se ci sono accorgimenti tecnici in più da prendere li valuteremo. In ogni caso non è contestabile il voto di ieri, che si è svolto nella assoluta regolarità. La presidenza non può andare oltre la predisposizione di strumenti idonei a garantire la libertà di voto. La non controllabilità del voto è posta nel senso di responsabilità del deputato elettore».



Castagnetti: non plausibile invalidare il voto. «Non è assolutamente plausibile che il voto di ieri su Alfonso Papa possa essere inficiato a causa del mancato rispetto, secondo il Pdl, delle regole di segretezza» sostiene il presidente della Giunta per le autorizzazioni, Pier Luigi Castagnetti, ammettendo tuttavia che in linea di principio potrebbe esistere un problema sulla violazione del voto segreto, ma solo se ci fosse "coercizione". «La segretezza del voto - osserva Castagnetti - è a tutela del parlamentare che la richiede. Se il parlamentare vuole rinunciarvi rendendo palese il proprio voto, ed è una scelta che fa liberamente, nulla quaestio, tanto che è anche possibile fare personali dichiarazioni di voto, come io stesso ho fatto nel caso del voto al testamento biologico». Diverso sarebbe se qualche parlamentare denunciasse di essere stato «costretto» a votare in un modo piuttosto che in un altro. Caso che non corrisponde al voto di ieri sul parlamentare del Pdl, quando il Pd e parte dei leghisti hanno reso palese la loro scelta, violando sì la segretezza, dice Castagnetti, «ma senza che ci fosse nessuna coercizione a farlo, com'è provato dal fatto che nessun deputato sta denunciando pressioni di sorta».



Alfano: nessun nesso tra voto e fiducia al governo. «Tra il voto segreto di coscienza sulla libertà personale di un deputato e la fiducia al governo non c'è nessun nesso - dice il segretario del Pdl, Algelino Alfano Le posizioni della Lega erano pubbliche, precedenti e note. Dunque non capisco il perchéè della sorpresa rispetto a un voto annunciato anche in aula dall'onorevole Lussana. Il dissenso rispetto a quanto è avvenuto ieri è evidente da parte nostra. Noi abbiamo avuto una posizione ben diversa da quella giustizialista. Peraltro il diniego all'arresto di Papa non avrebbe garantito l'impunità perché i magistrati hanno comunque il potere di processare e condannare. Il voto di ieri era se arrestare una persona prima che sia dichiarata colpevole». Alfano, comunque, insiste sul fatto che il voto su Papa e la fiducia al governo sono due questioni diverse: «Abbiamo retto a voti di fiducia palesi - dice - e altre delicate votazioni a scrutinio segreto. Bisogna capire che quello di ieri era un caso specifico e delicato».



Storace: Pdl un po' coglione. «C'e un partito un pò coglione, il Pdl, che si fa arrestare uno dei suoi alla Camera e salva uno del Pd al Senato - scrive Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, sulla sua pagina di Facebook - E c'è un partito un po' mariuolo e molto di casta, il Pd, che incassa tutto questo nel giorno della megatangente attribuita al suo Penati».
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