La minaccia dell'Isis contro l'Italia è ormai reale e diretta. In un nuovo video diffuso dalla Libia, il boia di 21 egiziani copti, rapiti tra la fine di dicembre e gennaio, avverte:
«Ci avete visti in Siria, ora siamo qui, a sud di Roma». L'annuncio di un nuovo filmato, intitolato «Messaggio firmato con il sangue alla Nazione della Croce» e attribuito a un gruppo che si identifica come 'Lo Stato Islamico della provincia di Tripolì, circolava sul web già da qualche ora. Poi in serata la conferma del Site, il sito americano di monitoraggio del jihadismo in internet.
Le immagini - di cui erano state anticipate nei giorni scorsi alcuni fotogrammi - sono, come sempre, raccapriccianti.
Ma, fa notare Rita Katz, direttore del Site, «sembra avere accento e voce diversi» da quelli dei video precedenti. La notizia dell'uccisione dei 21 cristiani copti, rapiti a Sirte, era stata diffusa il 12 febbraio scorso da alcuni media egiziani, ma fino a stasera non è mai confermata dalle autorità del Cairo. La rivista dell'Isis, Daqib, aveva poi pubblicato 5 foto ritagliate dal video a corredo di un articolo intitolato «Vendetta per i musulmani perseguitati dai crociati copti d'Egitto», con minacce alla comunità cristiana egiziana: «È importante - vi si leggeva - che i musulmani sappiano che ci sarà un grande premio nel giorno del Giudizio per chi farà scorrere il sangue di questi crociati copti».
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