È ancora vivo Jihadi John, il boia del califfato responsabile delle decapitazioni di molti occidentali

È ancora vivo Jihadi John, il boia del califfato responsabile delle decapitazioni di molti occidentali
di Cristiano Tinazzi
2 Minuti di Lettura
Domenica 21 Giugno 2015, 23:49 - Ultimo aggiornamento: 23 Giugno, 08:09
Dalla decapitazione del giapponese Kenji Goto, avvenuta a fine gennaio 2015 da qualche parte in Siria, il jihadista incappucciato “John” dall’accento britannico di seconda generazione, presunto sgozzatore anche di James Foley, Steven Sotloff, Alen Henning, Peter Kassig e Haruna Yukawa, è uscito di scena. Inghiottito dal silenzio dopo che a fine febbraio il Washington Post aveva pubblicato un articolo rivelandone l’identità; scrivendo cioè che il suo vero nome era Mohammed Emwazi, nato in Kuwait nell’agosto 1988 e cresciuto in una famiglia borghese di West London. I SERVIZI USA

Ora, secondo i tabloid inglesi Sunday Express e Daily Mail, che citano i servizi segreti americani, il “boia mascherato” si troverebbe in Libia, lì rifugiato per cercare di far perdere le sue tracce. Una fonte della Joint Terrorism Taskforce statunitense avrebbe detto: «Pensiamo si tratti di una mossa tattica dell'Isis per tenere Emwazi lontano dai riflettori. Nonostante abbiamo cercato di colpirlo con missili, una volta identificato,, non abbiamo mai avuto la conferma che il raid fosse andato porto. Di recente abbiamo intercettato comunicazioni secondo le quali Emwazi è stato in Libia e ci è rimasto per diversi giorni». Jihadi John sarebbe in contatto con la sua cellula, basata a Dewsbury, in Inghilterra.



Nel frattempo i suoi compagni di avventura, almeno a quanto riferisce l'Osservatorio per i diritti umani siriano (Ondus), avrebbero collocato mine e ordigni esplosivi tra le rovine romane del sito di Palmira occupata a maggio. Non si sa se per arginare un’eventuale avanzata delle forze governative o solo per procedere alla distruzione del sito archeologico che secondo recenti testimonianze provenienti dalla città siriana avrebbe già subito notevoli dannia causa dei raid aerei dell’aviazione di Assad.

Il direttore dell’Ondus, Rami Abdel Rahman, che opera da Londra, ha riferito che l’esercito siriano negli ultimi giorni ha ricevuto molti rnforzi, sia di mezzi che di uomini. I che fa presagire che un’offensiva su larga scala per strappare la città ai combattenti del califfo, sia alle porte. Rahman ha anche parlato di numero raid aerei intorno a Palmira che avrbbero ucciso oltre 10 persone le fine settimana.



IL FRONTE IRACHENO

E notizie drammatiche dal fronte dell’Isis, giungono anche da Mosul, “capitale” del califfato in Iraq. Qui i jihadistii avrbbero «rapito 1.227 bambini e portati al campo di al-Salamiya per essere addestrati». La denuncia è del portavoce del Kurdistan Democratic Party, Said Mimousini. Secondo alcune testimonianze l'Isis avrebbe creato un dipartimento per addestrare i minori di 18 anni, sia al combattimento che agli attacchi suicidi.

Infine l’ultima dal fronte dell’Isis proviene dal Caucaso dove alcuni gruppi jihadisti che ne avevano fatto richiesta, sarebbero stati accolti nella galassia dello Stato islamico con il nome di Wilayat Qawqaz (la provincia del Caucaso). Ne farebbero parte Cecenia, Inguscezia e Daghestan .

© RIPRODUZIONE RISERVATA