La lotteria al centro delle polemiche, il "Diversity visa lottery program" mette in palio circa 50mila visti all'anno, è stata ideata nel 1990 ed è entrata in vigore cinque anni più tardi. L'obiettivo è diversificare la popolazione degli immigrati statunitensi, concedendo visti con una lotteria tra i richiedenti provenienti da Paesi che, tendenzialmente, presentano basse percentuali di migrazione verso gli Stati Uniti.
I richiedenti devono comunque soddisfare dei requisiti, semplici ma rigidi. A gestire il processo è il Dipartimento di Stato, che determina i selezionati attraverso un'estrazione casuale generata da un computer. I visti sono distribuiti tra sei aree geografiche e nessuno Stato singolarmente può riceverne più del 7% del totale. Per l'anno fiscale 2019, saranno disponibili 50mila visti.
Per ottenere la Green Card, in alternativa, un immigrato deve passare per tre fasi: la procedura può durare anche parecchi anni, a seconda del suo status e della nazione di provenienza:
- Immigration petition: si tratta di una richiesta che deve essere approvata dal servizio immigrazione statunitense (Uscis), che valuta sulla base del grado di parentela con persone già residenti negli Usa o del lavoro che svolgerà.
- Una volta superato il primo passaggio si viene inseriti in una lista d'attesa.
- Quando un posto si libera, l'immigrato può ottenere lo status di residente pemanente, che gli permetterà di restare negli Stati Uniti. Il processo non è automatico: in qualche caso infatti il richiedente viene intervistato e la sua richiesta viene vagliata prima che sia concessa la Green Card.
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