SPIA CON LE APP E da allora, scrive oggi il New York Times, si sono scambiati informazioni su come ottenere informazioni sui contatti o sulle agende contenute nei telefoni ottenibili ad esempio quando un 'obiettivo' usa Google Maps, o le versioni per telefonini di Facebook, Flickr, LinkedIn, Twitter e simili. L'attenzione degli intercettatori per i telefonini è stata portata alla luce anche in documenti già diffusi nell'ambito del Datagate, ma queste nuove rivelazioni, scrive il Nyt, mostrano in particolare le loro aspettative riguardo agli smartphone e alle relative app. Una attenzione che ha trovato sbocco in un programma chiamato «the mobile surge», secondo quanto si legge in un documento britannico del 2011. La portata della raccolta dati non emerge però con chiarezza dai documenti, poichè, scrive il Nyt, non ci sono riferimenti espliciti che mostrino che le possibilità studiate siano poi state effettivamente utilizzate.
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