Berlino, gli occhi del mondo sulla città: folla alle celebrazioni del crollo del Muro

Berlino, gli occhi del mondo sulla città: folla alle celebrazioni del crollo del Muro
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Domenica 9 Novembre 2014, 10:51 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 08:55

Gli occhi del mondo sono sempre puntati su Berlino, che festeggia i 25 anni dalla caduta del Muro. Dopo una giornata carica di emozioni centinaia di migliaia di berlinesi e di turisti sono restati senza fiato quando 8.000 palloncini luminosi si sono alzati nel cielo di Berlino. I palloni erano stati disposti lungo i 15 chilometri dell'ex barriera della Guerra Fredda.

Un'idea spettacolare che ha ricordato con struggente eleganza quella barriera costata immani sofferenze e la morte di 600 persone.

Il monumento alle vittime. Le celebrazioni, iniziate due giorni fa nel Bundestag, sono preseguite con la visita di Angela Merkel a un luogo simbolo della divisione della capitale nella guerra fredda: la Bernauer Strasse, dove esiste un monumento alle vittime del confine.

Ogni persona aveva con sé una rosa che è stata posata ai piedi del monumento.

E Angela Merkel, sorridendo con un gesto spontaneo, passato quasi inosservato, ha aperto il varco alla gente, chiusa dalle balaustre, perchè potesse accadere a quello che ormai è un monumento storico.

La speranza. «Nuovi problemi in Europa fanno tornare indietro al contesto di allora, ma cose del genere non hanno futuro. Da qui oggi arriva un momento di speranza», ha detto l'oratore che ha aperto il momento commemorativo, Erhart Neubert. La Berneuer Strasse è il luogo, oggi altamente simbolico, in cui i berlinesi dell'est, improvvisamente bloccati dalla costruzione del Muro, saltarono e si calarono giù dalle finestre, o attraversarono la barriera stessa in corsa - come fece il celebre soldato Conrad Schimacher il 15 agosto 1961 - per essere liberi.

La Cancelliera. Merkel si è fermata più volte a chiacchierare con i berlinesi, per stringere le mani alla gente, e salutare i bambini. La Cancelliera aveva inoltre partecipato a una messa ecumenica insieme al sindaco Klaus Wowereit e alla ministra della Cultura Monika Gruetters.

Angela Merkel ha spiegato di provare «non solo gioia ma soprattutto un senso di responsabilità» del popolo tedesco. Nel pomeriggio la Merkel ha partecipato a un Festakt alla Konzerthaus di Gendarmenmarkt a cui è intervenuto il presidente del parlamento europeo Martin Shulz. Con loro il presidente Joachim Gauck.

Porta di Brandeburgo. Momento cruciale delle celebrazioni è stata la grande festa alla Porta di Brandeburgo dove sono affluite centinaia di migliaia di berlinesi e di turisti da tutto il mondo. I concerti sono iniziati nel primo pomeriggio per scaldare la folla fino al clou della serata con Daniel Barenboim che ha diretto l'ultimo movimento della Nona sinfonia di Beethoven, con l'Inno alla Gioia probabilmente mai così emoziante.

Il Papa. All'Angelus Papa Francesco aveva pregato perchè «si diffonda sempre più una cultura dell'incontro, capace di far cadere tutti i muri che ancora dividono il mondo, e non accada più che persone innocenti siano perseguitate e perfino uccise a causa del loro credo e della loro religione». «Dove c'è un muro c'è chiusura di cuore: servono ponti, non muri», ha aggiunto il Papa a braccio. Il Papa ha detto anche che «25 anni fa, il 9 novembre 1989, cadeva il Muro di Berlino, che per tanto tempo ha tagliato in due la città ed è stato simbolo della

divisione ideologica dell'Europa e del mondo intero». «La caduta avvenne all'improvviso, ma fu resa possibile dal lungo e faticoso impegno di tante persone che per questo hanno lottato, pregato e sofferto, alcuni fino al sacrificio della cita. Tra questi, un ruolo di protagonista ha avuto il santo papa Giovanni Paolo II». Tra le immagini simbolo del suo lungo pontificato resta quella del 23 giugno 1996, con lui che passa sotto la porta di Brandeburgo. «La porta di Brandeburgo - affermò in quell'occasione - è stata occupata da due dittature tedesche. Ai dittatori nazionalsocialisti serviva da imponente scenario per le parate e le fiaccolate. È stata

murata dai tiranni comunisti. Poichè avevano paura della libertà gli ideologi trasformarono una porta in un muro».

Gorbaciov e Walesa. L'ex leader sovietico Mikhail Gorbaciov e l'ex sindacalista polacco Lech Walesa

sono stati accolti con un'ovazione a Berlino quando si sono presentati davanti al pubblico riunito nella Konzerthaus della capitale tedesca per il concerto organizzato nel quadro delle celebrazioni per il 25mo anniversario della caduta del Muro. I due leader storici, che hanno svolto un ruolo chiave nel processo che si è concluso con la caduta del Muro, sono tra gli ospiti d'eccezione presenti al concerto. Con loro Angela Merkel, la cancelliera e il presidente federale Joachim Gauck il sindaco di Berlino klaus Wovereit e il presidente del parlamento europeo Martin Schulz.

Gorbaciov, considerato in Germania uno dei massimi artefici della riunificazione del paese per le sue politiche di apertura e trasparenza in Unione Sovietica era stato precedentemente

premiato dalla fondazione «Cinema for Peace». «Presidente Gorbaciov, lei ha cambiato per sempre il mondo e la dinamica delle relazioni internazionali», ha dichiarato l'attore Adrian Brody. «Il mondo non dimenticherà mai ciò che ha fatto». «È stata una tappa importante nel processo verso la fine della guerra fredda. Ha aperto nuove prospettive per il mondo e in particolare per l'Europa», ha dichiarato Gorbaciov, sottolineando l'importanza della caduta del Muro per i rapporti tra est e ovest.

Google. Anche il motore di ricerca americano Google celebra, a modo suo, il venticinquesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino: il gigante della Rete californiano dedica un doodle ad hoc a questo appuntamento. Nella home page, infatti, la scritta Google fa da sfondo a un'immagine che ritrae decine di persone in piedi sul Muro quel fatidico nove novembre 1989. Cliccando sul doodle appare un video con alcune immagini della caduta del Muro seguito dalle immagini di parti di Muro sparsi per il mondo. Tra le capitali, Londra, Seul, Madrid, Mosca, Buenos Aires e Budapest.