Migranti, il tedesco Manfred Weber choc: «Più muri per proteggere l'Europa»

Manfred Weber
di Giulia Aubry
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Mercoledì 23 Settembre 2015, 16:13 - Ultimo aggiornamento: 16:51

«Ci vogliono più difese, più muri, più recinzioni, più reti di protezione ai confini dell’Unione europea». E' questo quanto avrebbe dichiarato Manfred Weber - politico tedesco eletto al Parlamento europeo per la Baviera nelle fila dell'Unione Cristiano Sociale, partito vicino alle posizioni dei Cristiano Democratici di Angela Merkel - in un'intervista al quotidiano Passauer Neue Press.

«Non è possibile che centinaia di migliaia di rifugiati vaghino per l'Europa senza alcun controllo», ha continuato Weber che, al momento, ricopre anche la carica di Presidente del gruppo parlamentare del Partito Popolare Europeo, la compagine di centro-destra che detiene la maggioranza relativa dei seggi nell'emiciclo di Strasburgo.

Le sue parole arrivano proprio mentre i leader dell'Unione europea sono chiamati ad adottare una strategia comune di risposta alla più grande crisi di profughi mai verificatasi dai tempi della Seconda guerra mondiale.

Una voce apparentemente fuori dal coro, rispetto alle posizioni assunte nelle ultime settimane dalla Germania per bocca del suo cancelliere. Una voce che si schiera persino a difesa - quantomeno parziale - del Primo Ministro ungherese Viktor Orban, l'uomo che per primo ha eretto barriere di fronte ai migranti in transito sulla cosiddetta "rotta balcanica" e ha usato gas lacrimogeno e getti di acqua per sedarne le proteste.

«Molti criticano Orban - ha detto Weber nella sua intervista al giornale tedesco - ma nessuno ha fino ad ora fornito una valida soluzione alternativa».

E al di là dell'atteggiamento buonista dell'Unione europea (e della Germania) nei confronti dei profughi - seguito alla diffusione delle immagini del piccolo Aylan, morto su una spiaggia turca nel tentativo di raggiungere la Grecia con la sua famiglia - molti leader europei sembrano condividere almeno in parte - e "out of the record" - le posizioni di Weber. Il Primo ministro slovacco Robert Fico ha già annunciato che contesterà le "quote" assegnate al suo paese nel cosiddetto ricollocamento dei profughi presenti in sovrannumero in altri paesi. In maniera non dissimile il Primo Ministro rumeno, Victor Ponta, ha risposto alle voci che vedrebbero assegnati al suo paese quasi 2.500 profughi con la "speranza" che il numero reale non superi i 1.785 per i quali ha già dato disponibilità nei giorni scorsi.

Molti altri leader europei non si sono ancora espressi direttamente, ma la preoccupazione di fronte alla "redistribuzione" dei profughi potrebbe diventare un terreno di scontro tra i paesi che per primi recepiscono immediatamente il flusso di migranti - come la Grecia e l'Italia - e quelli che invece sono chiamati a supportarli ospitandone una parte, in seconda battuta. E in questo quadro di disunione i muri "tedeschi", prefigurati da Weber, cominciano a sembrare qualcosa più di un semplice discorso politico.