Leeds è stata, oltre due secoli fa, una delle capitali della cosiddetta Rivoluzione Industriale, e la lezione che arriva dalla City of Leeds Secondary School sembra contenere il germe di nuovi stravolgimenti. La presenza di studenti di cinquantacinque Nazioni differenti - al di là dell'iniziativa della preside - è uno specchio dei flussi migratori che potrebbero cambiare radicalmente la struttura di una società solo apparentemente tradizionalista.
Nella scuola ci sono studenti romeni, bulgari, albanesi, indiani, pakistani, arabi, egiziani, libanesi, giordani, filippini, marocchini, sudamericani, russi, ucraini, cinesi, kenioti, spagnoli e via elendanco. Gli inglesi sono meno di un quarto del totale ed è chiaro che con questi numeri la lingua ufficiale stava diventando marginale. Perciò, invece di mettersi a studiare francese, spagnolo o magari tedesco come seconda lingua, tutti sotto con il ripasso dell'idioma del Regno Unito "La scelta è oggettivamente radicale - ha detto la preside alla stampa, molto interessata alla vicenda - Ma è chiaro che dobbiamo ripensare al modo in cui facciamo le cose. La metà dei nostri studenti è in Inghilterra da meno di quattro anni: è cruciale che tutti siano in grando di parlare, leggere e scrivere in inglese".
Il punto cruciale - milioni di abitanti dell'Inghilterra che non parlano più inglese - è proprio questo. Quello che sta accadendo nella scuola di Leeds fornisce munizioni senza fine a chi critica duramente la politica migratoria adottata negli ultimi decenni dal Regno Unito. Lo Ukip (United Kingdom Independence Party), in costante e apparentemente irresistibile ascesa, chiede non solo l'uscita dall'Unione Europea ma la chiusura delle frontiere con quote di ingresso severissime per gli stranieri. I dirigenti del partito giocano sul timore di milioni di sudditi di Sua Maestà di vedere stravolta dalle fondamenta una società che nel bene e nel male ha oltre mille anni di Storia. L'inglese "lingua straniera" di Leeds è la classica goccia che potrebbe far traboccare il vaso.
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