Padre Dall'Oglio, un jihadista pentito: «È ancora vivo». Il Vaticano smentisce: «Nessuna novità»

Padre Dall'Oglio, un jihadista pentito: «È ancora vivo». Il Vaticano smentisce: «Nessuna novità»
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Venerdì 3 Giugno 2016, 09:20 - Ultimo aggiornamento: 4 Giugno, 10:29
Una nuova presunta "notizia" si aggiunge alla lunga lista delle voci fatte circolare dai personaggi più disparati sulla sorte di padre Paolo Dall'Oglio, che in realtà rimane avvolta nel più fitto mistero. Le Monde scrive oggi che un jihadista pentito siriano consegnatosi alla polizia francese nel febbraio scorso ha detto di avere cercato di trattare con il Vaticano la vendita di un video che rappresentava la prova in vita del gesuita romano scomparso nel 2013 a Raqqa, la roccaforte siriana dell'Isis. Secca la replica della Santa Sede: «Non ritengo che da quanto pubblicato ultimamente risultino nuove informazioni attendibili», ha detto il direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi.

Ad oggi, hanno inoltre fatto sapere all'Ansa qualificate fonti d'Oltretevere, non c'è «alcun riscontro» sulla notizia relativa al pentito, identificato come Saleh A. In Vaticano ha suscitato anzi un certo stupore il fatto che le indiscrezioni siano state pubblicate dalla stampa francese senza che prima nessuna informazione fosse notificata da Parigi alle autorità della Santa Sede. Gli inquirenti francesi, invece, avevano prontamente avvisato le autorità olandesi e quelle tedesche delle dichiarazioni di Saleh A., che aveva parlato di una cellula dormiente composta da una ventina di membri dell'Isis ripartiti tra il campo profughi olandese di Nimegue e Dusseldorf. Nella città tedesca, secondo il pentito, la cellula si preparava a compiere un attacco suicida ad un quartiere commerciale. Dopo quattro mesi di indagini, tre complici di Saleh A., anch'essi siriani, sono stati arrestati. Tra di loro Hamza C., il complice con il quale il pentito ha detto che progettava di recarsi a Roma per proporre la vendita del video tramite un certo "Carlos" in cambio di 10 mila euro. La ricostruzione lascia però molti punti oscuri. Compreso se e come Saleh A. sarebbe entrato in possesso del video che avrebbe dovuto confermare che padre Dall'Oglio era vivo e nelle mani dello Stato islamico.

A tutt'oggi, invece, l'unica cosa che si sa del gesuita, che ha 61 anni, è che è scomparso il 29 luglio 2013 a Raqqa, dove si era recato con l'intento di fare liberare alcuni ostaggi.
Da allora chi si occupa del caso in Italia non ha ricevuto alcuna notizia certa su di lui, nonostante le dichiarazioni di sedicenti testimoni, informatori, negoziatori, disertori di questo o quel gruppo armato che lo hanno descritto «ucciso», «giustiziato», «ferito a una gamba», «vivo in buone condizioni di salute», «trasferito in una prigione del sud-ovest della Siria», «portato nell'est siriano». L'ultima «verità» risale allo scorso ottobre quando due «disertori» dell'Isis dichiararono di averlo visto «vivo» a fine agosto in una prigione di Raqqa. Saleh A. avrebbe raccontato agli inquirenti francesi di essere venuto a conoscenza dell'esistenza del video da un membro della polizia segreta dell'Isis durante un periodo di addestramento all'inizio del 2014 in un campo dello Stato islamico. Nel marzo del 2015, dopo essere arrivato in Europa e avere ottenuto asilo in Germania, avrebbe deciso di partire per Roma e contattare il fantomatico Carlos" insieme con Hamza C.. La contropartita richiesta da quest'ultimo per la consegna del presunto video sarebbe stato l'ottenimento dell'asilo in Italia.
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