Francia, fermato il presunto attentatore di Libération

Francia, fermato il presunto attentatore di Libération
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Mercoledì 20 Novembre 2013, 20:34 - Ultimo aggiornamento: 21 Novembre, 15:49

Lo hanno individuato dentro un'automobile, in un parcheggio di banlieue. Stava prendendo medicine in gran quantità, probabilmente nell'intento di suicidarsi. Potrebbe essere finita così la fuga dell'attentatore di Parigi, con l'arresto di un uomo dalla «forte somiglianza» con l'identikit, questa sera a Bois-Colombes, nord-ovest di Parigi.

Al terzo giorno di caccia all'uomo, l'unica notizia positiva era arrivata dai risultati del Dna, che in mattinata avevano confermato che l'autore della sparatoria al quotidiano parigino Liberation e dei colpi d'arma da fuoco contro una banca alla Defense e del sequestro di un automobilista, sono la stessa persona.

Già in serata, quello stesso DNA sarà messo a confronto con quello dell'uomo fermato nel parcheggio questa sera.

Le tracce esaminate dalla Scientifica provengono dai bossoli ritrovati nella sede del giornale e davanti alla sede della Societè Generale, dove l'uomo ha sparato contro una vetrata, oltre che sulla portiera della Renault Twingo dell'ostaggio sequestrato durante venti minuti, tra la Defense e gli Champs-Elysees. Nonostante i test del Dna confermino la pista di un uomo solo, fino ad oggi non si era ancora riusciti ad identificarlo attraverso gli «schedari nazionali delle impronte genetiche».

L'uomo, tuttavia, risulta fra gli arrestati negli anni Novanta nel caso di Florence Rey, una coppia di studenti vicini a gruppi anarchici che furono al centro di una notte di sangue in cui morirono cinque persone.

Secondo Alain Bauer, professore di criminologia, l'uomo, di aspetto europeo, di un'età compresa tra i 35 e i 45 anni, «ha un comportamento molto più razionale di quanto sembri, soprattutto, considerando la scelta meticolosa degli obiettivi». Tuttavia, aggiunge, il suo modus operandi risulta un pò «turbato», in quanto «sembra avere delle difficoltà con il passaggio all'atto o alla dimestichezza con le armi». «Non spara per caso e non spara sempre», ha ricordato Bauer, sottolineando che «ci sono molte ipotesi ma nessuna certezza».

Secondo Liberation, che cita fonti vicine all'inchiesta, l'attentatore di Parigi si sarebbe inoltre cambiato nell'automobile dell'uomo preso in ostaggio, un pensionato di 65 anni, durante il tragitto di una ventina di minuti tra la Defense e gli Champs-Elysees. L'ultimo identikit reso noto ieri mostra infatti che lo sparatore aveva avuto modo di cambiarsi dopo l'aggressione alla sede del giornale: indossava una giacca rossa a collo nero e non più un parka verde militare come nella precedente segnalazione. Secondo le informazioni di Liberation dopo aver sparato davanti alla sede della Societe Generale, l'attentatore è entrato con le armi nella Twingo del pensionato.

È a questo punto che l'attentatore avrebbe scambiato la sua giacca con quella dell'ostaggio per modificare il suo aspetto. L'attentatore si sarebbe quindi fatto lasciare una ventina di minuti più tardi sugli degli Champs-Elysees. Sempre secondo la ricostruzione di Libè, il pensionato sotto shock, invece di allertare immediatamente la polizia, è dapprima rientrato a casa e ha chiamato il figlio. È stato poi quest'ultimo a digitare il numero di emergenza. «Questo dettaglio ha fatto perdere tempo prezioso agli inquirenti», ha osservato una fonte della polizia. Le unità cinofile hanno perso le tracce dell'attentatore alla fermata della metropolitana Alma-Marceau, poco lontano dagli Champs-Elysees.

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