Lo studio viene pubblicato in grande evidenza dall'edizione on-line del quotidiano inglese “The Independent”. L'analisi dà quasi per scontato il fatto che Ebola arriverà sia in Francia che in Inghilterra e che il veicolo sarà il passeggero di un aereo. Se le autorità decidessero di ridurre dell'ottanta per cento i voli dalle aree a rischio, i due Paesi europei non sarebbero comunque esenti dal pericolo: 25% di probabilità per il territorio di Parigi, 15% per il Regno Unito.
La Francia e l'Inghilterra, ricorda il giornale britannico, hanno già trattato due cittadini colpiti da Ebola che sono stati riportati a casa dopo essere stati contagiati in Africa Occidentale. Lo scenario previsto dallo studio è totalmente differente: ci saranno alcuni casi - casi primari, come li definisce la Medicina - e il sistema sanitario se ne accorgerà solo in una fase successiva all'ingresso dei pazienti nei due Paesi. Il che significa che i malati, nel frattempo, potrebbero aver inconsapevolmente trasmesso la malattia ad altre persone: il meccanismo che innesca un'epidemia.
La Francia, confinante all'Italia, viene ritenuta ad alto rischio perché in Guinea, in Sierra Leone e in Liberia - i tre Paesi più colpiti da Ebola - ci sono persone di lingua francese che fanno spesso la spola con l'Europa. L'allarme altissimo per l'inghilterra dipende invece dalla presenza dell'aeroporto di Heathrow, a Londra, uno dei più grandi scali del mondo. L'Organizzazione Mondiale della Sanità non ha suggerito restrizioni ai voli dall'Africa Occidentale. Ma la British Airways e la Emirates Airline hanno sospeso alcuni collegamenti. Anche il Belgio, stando allo studio, ha il 40 per cento di probabilità di importare Ebola attraverso una persona inconsapevole di essere stata contagiata.
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