I COMBATTENTI ”ITALIANI”
Quelli partiti dal nostro Paese provengono quasi tutti dal Nord, in particolare da Lombardia ed Emilia. «Si tratta per lo più di stranieri che risiedono o hanno risieduto nel nostro Paese - ha spiegato Claudio Galzerano, direttore divisione all'Ucigos e presidente del Terrorism working group del consiglio europeo fino alla fine 2014 - o combattenti che, partendo da altri paesi europei, hanno utilizzato il nostro territorio come hub per raggiungere o ritornare dal conflitto siriano». E' il caso di Abdelkader Tliba, arrestato un anno fa nel porto di Ancona mentre rientrava dalla Siria e appartenente ad una cellula radicale islamica francese.
L'INTERVENTO DI ALFANO
Su di loro e sui «lupi solitari», che si addestrano sul web e potrebbero essere pronti ad agire anche da soli. Come aveva spiegato il sottosegretario con delega all'intelligence Marco Minniti già nelle passate audizioni al Copasir (la prossima sarà martedì) il primo obiettivo, e il più difficile, è quello di monitorarli costantemente e sapere quando dovessero presentarsi alla frontiere dell'Unione. Ieri Jean Claude Junker ha parlato genericamente del «rivedere Schengen», ma è su questo punto che si concentrerà anche una parte dell'intervento del ministro Angelino Alfano questa mattina alla Camera. Oltre alla rapida approvazione del pacchetto anti terrorismo nel prossimo consiglio dei ministri, il responsabile del Viminale parlerà della possibilità che l'Italia e il resto dell'Ue concordino controlli spot alle frontiere anche interne, la condivisione delle liste dei passeggeri (Pfr) così come previsto da una direttiva europea che dovrebbe essere approvata da Strasburgo, l'aggiornamento costante della lista dei ”foreign fighters” al livello europeo e la costituzione di un Casa (coordinamento tra polizia e servizi segreti) a Bruxelles.
VERTICE A PARIGI CON GLI USA
Di tutto questo si discuternno domenica i ministri degli interni in un vertcie al quale parteciperà, significativamente, l'Attorney General americano, Eric Holder. I servizi di intelligence Usa stanno collaborando alle indagini francesi e il loro ruolo sarebbe stato decisivo nell'individuare i due sospettati della strage a Charlie Hebdo.