«Se votare facesse qualche differenza non ce lo lascerebbero fare» diceva Mark Twain. Mai entrerei a gamba tesa sulle scelte delle altrui istituzioni perché ho troppo rispetto per il principio di non ingerenza, ma se c'è una cosa che non si può tacere è la condanna ad ogni forma di repressione della libertà d'espressione sociale e politica di un popolo», è il post di Di Stefano sugli scontri sul referendum per l'indipendenza catalana.
«Quel che sta accadendo a Barcellona è di particolare gravità e sta scavando un solco di sfiducia e incomunicabilità che può divenire irreparabile. Si interrompa subito la spirale di atti di forza e di decisioni unilaterali e si apra davvero un dialogo tra Madrid e Barcellona» - commenta invece Piero Fassino, responsabile esteri del PD - «È solo con gli strumenti del confronto democratico che si deve cercare una soluzione condivisa alle aspirazioni del popolo catalano di veder riconosciuta la propria identità» - ha detto l'ex sindaco di Torino.
«Vedere un governo che carica e che manganella gli anziani nel 2017 è una follia»: è quanto ha detto Matteo Salvini a Milano. Il leader della Lega Nord ha distribuito volantini per il referendum lombardo a un gazebo alla festa di quartiere del Giambellino, alla periferia ovest di Milano. Al suo arrivo, gli è stato chiesto se a Barcellona starebbe con la polizia spagnola o i catalani che vogliono votare sull'indipendenza. «Anzitutto - ha risposto il leader della Lega - sto coi 15 milioni di cittadini italiani che in Lombardia e Veneto il 22 ottobre potranno votare democraticamente per referendum legittimi. Dopodiché vedere un governo che carica e che manganella gli anziani nel 2017 è una follia, poi si può essere d'accordo o meno con un referendum convocato senza rispettare le regole».
«Il Governo di Mariano Rajoy sta dalla parte della Costituzione spagnola, delle sentenze dei Tribunali e della democrazia, perché su una eventuale indipendenza della Catalogna dovrebbero votare non soltanto i catalani ma tutti gli spagnoli.
Lo sostiene il senatore Carlo Giovanardi di Idea Popolo e Libertà. I veri eversori della legalità e dei principi democratici - continua Giovanardi - sono gli attuali dirigenti della Catalogna che pretendono di esercitare un diritto alla secessione che non è riconosciuto neppure negli Stati a base federale come gli Stati Uniti d'America e la Germania. Purtroppo - conclude Giovanardi - gran parte dell'informazione italiana gira disinvoltamente la frittata facendo passare per legittima una decisione bocciata non dal Governo ma dalla Corte Costituzionale della Spagna, di cui la Catalogna fa parte, e come franchista chi, come in questo caso, difende i principi di legalità e democrazia».
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