L'ultimo orrore dell'Isis: bambole-bomba per uccidere in Iraq durante la festività dell'Arbaeen

Le bambole-bomba sequestrate a Baghdad
di Giulia Aubry
2 Minuti di Lettura
Martedì 24 Novembre 2015, 08:52 - Ultimo aggiornamento: 2 Dicembre, 12:47
Bambole imbottite di esplosivo da disseminare lungo la strada che da Baghad conduce a Karbala. Bambole gialle e rosa, apparentemente piene di allegria, inoffensive da far esplodere al passaggio degli sciiti iracheni che ogni anno su questa strada compiono il loro pellegrinaggio in occasione della festività dell'Arbaeen.



E' questo l'ultimo orrore degli uomini di Daesh, il sedicente Stato Islamico che voleva - e probabilmente vuole ancora - compiere una strage in Iraq il prossimo 3 dicembre, data in cui quest'anno cade l'Arbaeen, festività che si celebra 40 giorni dopo l'Ashura per ricordare il martirio di Husayn ibn Ali, l'erede - secondo gli sciiti - del profeta Maometto.

A scoprire le bambole-bomba sarebbero state - come riporta la Kuwait News Agency (KUNA) le forze di sicurezza irachene di stanza ad al-Hussiniya. Secondo la stampa locale e dei paesi limitrodi gli uomini dello Stato Islamico si stavano preparando a disseminarle lungo la strada che conduce da Baghdad a Karbala. Anche per questo, probabilmente, avevano scelto colori vivaci che immediatamente avrebbero richiamato l'attenzione e incuriosito i pellegrini.



Non è la prima volta che, nel corso delle "nuove guerre" in cui non sono gli eserciti regolari a confrontarsi, vengono usati giocattoli esplosivi. Nei Balcani molte bambole e libri venivano trasformati in ordigni esplosivi e hanno causato la morte di decine di bambine e bambini innocenti.

Il 3 dicembre oltre 20 milioni di persone compiranno il loro pellegrinaggio in occasione della celebrazione dell'Arbaeen. Ad aspettarli non ci saranno le bambole-bomba disinnescate e distrutte dalle forze di sicurezza irachene. Ma i recenti, e numerosi attentati compiuti da Isis, a Baghdad e Sadr City, nelle scorse settimane non fanno presagire nulla di buono nella guerra fratricida che sta ormai distruggendo l'Iraq.