Per questo ha appeso un cartello in parrocchia raccomandando ai fedeli di evitare i “rumori non necessari”. Una scritta perentoria e urgente vergata con un pennarello: “Silenzio, evitiamo rumori non necessari (telefoni, tacchi, tossi, cerniere)”. E poi, un’ulteriore precisazione: “parliamo, se necessario, sottovoce”. Insomma, necessità e silenzio vanno di pari passo per don Bartolo che si è sentito in dovere di ammonire il frastuono della quotidianità dentro la sua chiesa.
Tra i colpetti di tosse, immancabili, riecheggiano soprattutto durante i momenti di preghiera quando si sta in silenzio o si sta male, sono banditi altri scalpiccii e rumori molesti come le zip che si abbassano o si alzano, e poi i tacchi. È proprio necessario schiarirsi la gola? È così indispensabile raggiungere le sedie della chiesa scandendo i passi con i tacchi? Non si può proprio fare a meno di azionare la zip della borsa o della giacca a vento?
E infine, la croce di ogni sacerdote del terzo millennio: perché non spegnere i cellulari durante la messa? Sono tutte domande che il sacerdote ha indirettamente posto ai fedeli ma anche ai numerosi turisti che frequentano la chiesa e che evidentemente disturbano la liturgia domenicale. Intenti comprensibili ma forse, più di tutti, ha fatto rumore quel cartello visto che, alla fine, è stato tolto.