Tunisia, camera ardente a Torino: un violino e fiori bianche sulla bare

Tunisia, camera ardente a Torino: un violino e fiori bianche sulla bare
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Domenica 22 Marzo 2015, 14:37 - Ultimo aggiornamento: 14:42
Un violino e uno spartito appoggiati sulla bara di Orazio Conte, fiori bianchi su quella di Antonella Sesino. È tanta la commozione a Torino per le due vittime piemontesi dell'attentato al museo del Bardo di Tunisi. La camera ardente è allestita nella Sala Colonne del Municipio.



«Ora dobbiamo essere forti per lei e andare avanti». Parole sussurrate da uno dei due figli di Antonella Sesino, dipendente del Comune di Torino morta nell'attentato. Con il fratello, il padre e altri parenti il ragazzo è a Palazzo di Città dove è stata allestita la camera ardente per la donna e l'altra vittima torinese caduta sotto i colpi dei terroristi.



La moglie di Conte, Carolina Bottari, anche lei dipendente comunale, è rimasta ferita e secondo le ultime informazioni potrebbe tornare in Italia nel pomeriggio con un volo su Milano dalla Tunisia insieme all'altra collega ferita, Anna Abagnale. Le donne, che erano ricoverate in ospedale a Tunisi, verranno poi trasferite in ospedale a Torino.



A vegliare le bare accanto a parenti e amici ci sono i dipendenti del comune di Torino. Anche il sindaco, Piero Fassino, con la fascia tricolore ha reso omaggio alla dipendente comunale uccisa e al marito di un'altra dipendente.



Al centro della sala c'è il gonfalone del Comune di Torino mentre accanto alla bara di Antonella Sesino è stato posizionato quello del Comune di San Mauro Torinese, dove la donna viveva.



È un dolore composto quello delle persone che davanti al Comune di Torino aspettano di rendere omaggio alle due vittime torinesi dell'attentato. «Abbiamo vissuto tante cose insieme e pensavamo di condividere ancora molto...», dice commossa un'amica di San Mauro di Antonella Sesino. «Pensare di non vederla più' è devastante», dice un'altra. Molti i cittadini che hanno voluto comunque far sentire la loro vicinanza e il loro sostegno ai parenti delle vittime: «non li conoscevo, ma mi sembra giusto rendere loro omaggio», spiegano.