Scajola: «Non mi dimetterò, non farò come nel caso Biagi: non ho colpe»

La palazzina dell'appartamento di Scajola (foto Guido Montani - Ansa)
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Venerdì 30 Aprile 2010, 11:11 - Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 23:44
ROMA (30 aprile) - Incassata la solidariet nel consiglio dei ministri lampo di questa mattina, Claudio Scajola ribadisce di avere la coscienza a posto e annuncia che non si dimetter. L'opposizione invita il ministro a non nascondersi dietro il silenzio.



«Non lascerò il governo, non farò come nel caso Biagi altrimenti sembrerà che mi hanno beccato con il sorcio in bocca. Non ho colpe». Così in una intervista al Giornale Scajola commenta l'inchiesta che lo vede coinvolto per l'acquisto di un immobile a Roma. «Non faccio decidere da una campagna mediatica il ruolo che devo svolgere come ministro della Repubblica. Non scappo. Nessuno mi accusa di nulla, perché io non sono indagato. So che c'è un'inchiesta in corso. Le uniche cose che so sono solo quello che leggo sui giornali e che mi riguardano».



«Sin d'ora che sono pronto ad un faccia faccia con chiunque insistesse con questa tesi e sono certo che verrebbe confermata la verità che sto dicendo. Alla stesura del rogito ho pagato la somma pattuita pari a 610mila euro con mutuo acceso con il Banco di Napoli», aggiunge Scajola.



«Sono un testimone, non un indagato - prosegue Scajola - Il pm ha chiesto di sentirmi come persona informata dei fatti e ho proposto al giudice un incontro a breve compatibilmente con i miei impegni di governo. Io credo che i processi si debbano fare nelle aule giudiziarie e non sui media. E che comunque si debbano fare nei confronti degli indagati non nei confronti dei testimoni».



Oggi si è svolto in Consiglio dei ministri lampo. All’ordine del giorno c'erano i nuovi regolamenti per l’Agenzia nazionale per Turismo e il riordino dell’Istat ma i ministri hanno parlato anche delle dimissioni di Italo Bocchino e della questione Scajola.



La Russa: solidarietà di tutto il governo. «È stata espressa solidarietà, serena e tranquilla, di tutti i ministri a Scajola», dice Ignazio La Russa, ministro della Difesa, lasciando Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri.



Donadi: «Non c'è limite alla vergogna ed alla mancanza di dignità di questo governo. La solidarietà espressa a Scajola e il rifiuto delle sue dimissioni sono atti vergognoso che testimoniano il degrado morale e politico italiano. Sui rapporti tra Anemone e Scajola continuano a uscire articoli contenenti fatti gravissimi, che in un altro paese avrebbero comportato le dimissioni immediate del ministro. Ma nell'Italia di Berlusconi si dimette solo chi, come Bocchino, dissente dal capo. Gli altri, gli Scajola, i Cosentino, i Verdini, i Bertolaso, restano ad occupare poltrone prestigiose e a svolgere incarichi di responsabilità», afferma il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi.



Il Pd: non si nasconda dietro il silenzio, chiarisca o si dimetta. «Siamo contenti che il ministro Scajola dica di avere "la coscienza a posto" - dice Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati del Pd - Chiunque compri un immobile, tanto più se si tratta di un acquisto di pregio per il quale si spendono milioni di euro, può dimostrare come e dove ha trovato le risorse: investimenti, mutui, altre proprietà, depositi bancari. Ci auguriamo che Scajola, per il quale vale assolutamente la presunzione di innocenza, non si nasconda nel silenzio, ma fughi ogni dubbio per se stesso, per la sua famiglia, ma soprattutto per il rispetto che deve al Paese che governa». Da parte sua Luigi Zanda, vicario dei senatori Pd, invita il ministro a chiarire o a dimettersi. E Donatella Ferranti, capogruppo Pd in Commissione Giustizia a Montecitorio, attacca sul riferimento a Marco Biagi_ «Le sue dichiarazioni di oggi che fanno riferimento al 'caso Biagi' sono di cattivo gusto. Le sue parole sul giuslavorista ucciso dalle Br restano una brutta pagina per la nostra democrazia».



Bonaiuti: su Scajola processo mediatico. «Siamo di fronte a qualcosa che non è incardinato nè all’interno di una indagine nè di un processo, tutto questo clamore mediatico deve essere tutto riscontrato», ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti, a SkyTg24.



Alemanno: Scajola non c'entra nulla. «Conosco Scajola e sono convinto che non c'entra nulla con tutta questa vicenda. Sono convinto che le accuse sono infondate. Scajola è una persona seria che non farebbe mai le sciocchezze che gli vengono imputate. Gli esprimo la mia solidarietà». Lo ha detto il sindaco Gianni Alemanno.



Pdci: Cdm arrogante. «Scajola non si dimette? Bontà sua, anche se le dimissioni del ministro sarebbero il minimo. Il fatto che il no alle dimissioni sia accompagnato anche dal silenzio è deplorevole. È ora che la maggioranza capisca una volta per tutte che non può finire sempre e tutto a tarallucci e vino. La solidarietà del CdM a Scajola è un'altra prova di arroganza di questa maggioranza». È quanto afferma Manuela Palermi, dell'ufficio politico del PdCI - Federazione della sinistra.



Belisario: il ministro si prenda un periodo di riposo. «Ma che Paese è quello in cui un premier consiglia a un proprio ministro di non rassegnare le dimissioni di fronte a un enorme episodio di malcostume? Berlusconi gli avrebbe dovuto consigliare un lungo periodo di riposo - dice il presidente dei senatori dell'Italia dei Valori, Felice Belisario - Scajola è il più chiacchierato dei ministri del centrodestra dai tempi del G8 di Genova e del famoso insulto alla memoria di Marco Biagi, a cui va aggiunta tutta la telenovela sull'aeroporto di Albenga. Insomma, non è nuovo a episodi al limite della decenza, per non parlare della sua totale inefficienza da ministro dello Sviluppo economico, un ruolo chiave per uscire dalla crisi».
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