Porto e detenzione di materiale esplodente, con l'aggravante di aver agito con finalità di terrorismo. È il titolo di reato ipotizzato nel fascicolo aperto sulla busta esplosiva recapita all'Efsa. Gli atti sono sul tavolo del procuratore aggiunto di Bologna, Valter Giovannini, responsabile del gruppo 'terrorismò che ha competenza distrettuale. Le indagini sono affidate alla Digos di Parma.
A mettere in allarme gli addetti dell'Efsa incaricati dello smistamento della posta sarebbe stato il destinatario della busta che, a quanto risulta, non sarebbe un dipendente dell'Autority Alimentare Europea della sede di Parma. Da qui le prime verifiche e poi l'allarme alle forze di polizia e agli artificieri. Si tratterebbe di un gesto di possibile matrice anarco-insurrezionalista pare contro le politiche in tema di Ogm.
L'allarme bomba era scattato in mattinata, e le forze dell'ordine e gli artificieri avevano comunque evacuato solo due piani dell'edificio, in particolare la zona mensa e il piano -1 occupato dall'ufficio postale. Attorno alle 13.45 i dipendenti dell'authority europea avevano fatto ritorno negli uffici, anche se era rimasto il massimo riserbo da parte degli inquirenti. Poi si è appreso che si trattava di un plico esplosivo.
«Voglio esprimere vicinanza a nome mio e del Ministero delle politiche agricole al direttore Bernhard Url e a tutti i dipendenti dell'Efsa a Parma per il grave episodio di oggi.
Ringrazio gli inquirenti che hanno evitato che si verificassero conseguenze gravi. Voglio ribadire che per l'Italia la sicurezza alimentare è un tema fondamentale e siamo onorati che l'Efsa abbia sede proprio nel nostro Paese», ha commentato il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina.
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