Secondo l'ipotesi dell'accusa, Profumo, in qualità di ex presidente, e Viola, in qualità di ad, è nato dagli accertamenti sulla posizione di Mps, indagata per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti e per cui i pm avevano disposto l'archiviazione.
I pm Stefano Civardi, Mauro Clerici e Giordano Baggio, nell'ambito del fascicolo che era stato trasmesso da
Siena sulla gestione successiva a quella degli ex amministratori di Rocca Salimbeni, Antonio Vigni e Giuseppe Mussari in relazione alla contabilizzazione a "saldi apertì" dei derivati Santorini e Alexandria, avevano emesso una richiesta di archiviazione per la posizione della banca, dandone comunicazione, come prevede la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, alla Procura generale. E il sostituto pg Felice Isnardi, lo scorso gennaio, ha deciso di disporre nuovi accertamenti affidati al Nucleo di polizia valutaria della Gdf e ha poi ritrasmesso le carte alla Procura.
A quel punto, i pm hanno revocato l'archiviazione e la banca è finita imputata in udienza preliminare assieme a Profumo e Viola, accusati di falso in bilancio e aggiotaggio. E sempre sulla base delle carte trasmesse dalla Procura generale ai pm poi, gli inquirenti hanno aperto il nuovo fascicolo con l'ipotesi di ostacolo alla vigilanza che è stato chiuso nei mesi scorsi. I pm ora stanno valutando se chiedere l'archiviazione o il rinvio a giudizio per Viola e Profumo.
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