Meredith, per Amanda e Raffaele la Procura pensa all’ergastolo

Amanda Knox e Raffaele Sollecito
di Cristiana Mangani
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Lunedì 25 Novembre 2013, 11:47 - Ultimo aggiornamento: 11:48
Ergastolo: potrebbe essere questa la richiesta del sostituto procuratore generale di Firenze Alessandro Crini a conclusione della sua requisitoria nel processo per l’omicidio di Meredith Kercher.

Una richiesta che va oltre la decisione dei giudici di primo grado che avevano condannato Amanda Knox e Raffaele Sollecito a 26 e 25 anni di carcere per il delitto della studentessa inglese. Il magistrato potrebbe concludere sollecitando alla Corte d’assise d’appello un inasprimento della pena, in virtù di una aggravante collegata alla condanna per calunnia della Knox.



No alle attenuanti La difesa di Amanda, infatti, aveva fatto ricorso contro la condanna per la calunnia - quando l’americana aveva accusato Patrick Lumumba dell'omicidio - ma la Cassazione lo aveva rigettato, facendo passare in giudicato la condanna, che per alcuni potrebbe essere aggravata dal fatto di essere stata commessa per sottrarsi alle proprie responsabilità in merito all'omicidio. In primo grado, ad Amanda e Raffaele erano state concesse le attenuanti generiche. Oggi il pg potrebbe decidere di non richiederle. Dopo l’accusa, sarà la volta delle parti civili: l'avvocato Carlo Pacelli parlerà per conto di Lumumba, e a seguire ci saranno i legali della famiglia Kercher, Francesco Maresca, Serena Perna e Vieri Fabiani. La famiglia della vittima non sarà presente in aula, ma ha annunciato che verrà per la sentenza il 10 gennaio prossimo. Intanto, ci saranno altre due udienze a ridosso del periodo natalizio, in cui le difese tenteranno di convincere la Corte ad assolvere nuovamente i due imputati, che si sono sempre dichiarati innocenti ed estranei all’omicidio di Mez.



Durante la scorsa udienza ci aveva già provato Raffaele: «Mi hanno descritto come un assassino spietato - aveva dichiarato - ma io non sono nulla di tutto questo. Sto battagliando tutti i giorni per la verità». Ai giudici, l’ingegnere pugliese aveva parlato anche di Amanda, che ha scelto di non prendere parte al nuovo processo e di rimanere in America. «È stata il mio primo vero amore - si è più volte commosso - un fiore sbocciato all'improvviso. La nostra era una piccola favola». Sulla sua vita precedente alla tragedia ha, poi, tenuto a sottolineare: «Non mi è mai piaciuto l'alcool e non andavo alle feste, anche se mi sono fatto qualche spinello, questo, però, non ha cambiato la mia personalità. Comunque - ha aggiunto - non auguro a nessuno di vivere ciò che ho vissuto io. La vita di prima è stata cancellata. E ora battaglio ogni giorno per ottenere la verità su tutta questa vicenda».
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