Meredith, la verità di Guede: «I colpevoli sono gli altri»

Meredith, la verità di Guede: «I colpevoli sono gli altri»
di Cristiana Mangani
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Lunedì 18 Gennaio 2016, 08:08 - Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 12:34


È proprio quando la Cassazione mette la parola fine al giallo sulla morte di Meredith Kercher, che Rudy Guede sceglie di uscire allo scoperto. Decide di parlare per la prima volta, di raccontare una nuova verità. Che non servirà a cambiare la situazione giudiziaria, ma che, forse - spera - potrebbe modificare l'opinione che moltissimi continuano ad avere di lui. «Rudy, lei è l'unico colpevole dell'omicidio di Meredith Kercher?». «Io sono l'unico condannato - risponde - E sono certo di quello che dico, al 101 per cento, perché ho avuto modo di conoscere tutte e due le ragazze, ma soprattutto ho conosciuto Amanda Knox».
La completa verità sulla notte del primo novembre del 2007, quando la studentessa inglese è stata trovata nella sua casa di Perugia con la gola squarciata, non si saprà mai. I supremi giudici hanno assolto Raffaele Sollecito e Amanda Konx in via definitiva, lasciando a Rudy il ruolo di unico colpevole di concorso in omicidio. Ma ora il giovane ivoriano ha deciso di uscire allo scoperto e ha scelto di confidarsi con la giornalista Franca Leosini, l'unica che è riuscita a fare breccia nella sua diffidenza e che in una intervista esclusiva lo fa parlare della sua “Storia maledetta”.

L'INTERVISTA
Il colloquio avvenuto nel carcere di Viterbo, andrà in onda giovedì prossimo in prima serata su Rai 3, ma già si intuisce che aprirà un fronte di polemiche e di reazioni, perché quanto il detenuto ha raccontato, va in una direzione diversa da quella alla quale la giustizia è arrivata. «Guede ricostruisce dei fatti a cui puoi credere o meno - spiega Leosini - Ma quello che emerge è che si tratta di una persona preparata, con un linguaggio elegante. Niente a che vedere con il ladruncolo che è stato descritto subito dopo il delitto».

GLI STUDI
Dal 19 novembre del 2007 quando, dopo 17 giorni di fuga, è stato rintracciato dalla polizia e arrestato per la morte di Mez, l'ivoriano sembra aver messo a frutto gli otto anni di detenzione già scontati. Ha studiato e sta per laurearsi, con ottimi voti, in Lettere con indirizzo in Storia internazionale. La condanna a 16 anni per concorso in omicidio l'ha ottenuta grazie allo sconto di un terzo della pena, per aver scelto di farsi giudicare con il rito abbreviato. E ora, dopo aver scontato metà detenzione, si avvicinano i primi permessi premio. Uscirà a breve, grazie alla buona condotta tenuta in carcere, e potrebbe essere definitivamente libero da qui a cinque anni. In questo periodo ha mantenuto i rapporti con i suoi amici di sempre e con quella famiglia perugina alla quale è stato dato in affido, dopo che era stato brutalmente strappato alle braccia della madre e portato in Italia.
 

LA FUGA
Ma chi è veramente Rudy Guede? E quanto racconta sulla sua innocenza ha qualcosa di vero? Nella casa di via della Pergola le sue tracce sono state individuate in bagno e nella stanza della vittima. Tracce inequivocabili riguardo alla sua presenza sul luogo del delitto. «Ma non sono stato io - insiste - Non è stata trovata alcuna traccia di mio dna sul coltello con il quale Meredith è stata uccisa. E anche la simulazione del furto nella casa conferma quello che dico. Sul sasso lanciato per rompere la finestra non ci sono le mie impronte. Come avrei fatto a cancellarle? Sono stato descritto come un ladruncolo, un bugiardo. Ma se così fosse avrei avuto altre denunce, qualche condanna. Non sono un santo, ma ho fatto le cose che fanno tutti i ragazzi della mia età. E quando mi sono trovato nella casa del delitto sono fuggito perché ho avuto paura. Nessuno mi avrebbe creduto. Ho pensato: negro trovato, colpevole trovato. Le indagini successive, fatte malissimo, mi hanno dimostrato che avevo ragione».
In questi anni non ha mai parlato con nessuno, neanche con il giudice che lo ha condannato, e ha scelto Franca Leosini dopo aver ricevuto da lei diverse lettere in carcere. Si sono incontrati due volte prima dell'estate e ne è uscita un'intervista rivoluzionaria nella quale Rudy cambia le carte in tavola e coinvolge più dettagliatamente Amanda e Raffaele. «Mi ha chiesto, però - spiega la giornalista - di aspettare la decisione della Cassazione prima di incontrarci per parlare». Chissà come mai non voleva che le sue dichiarazioni potessero, in qualche modo, influenzare la giustizia.