Omicidio Meredith, la difesa:
«Raffaele come Forrest Gump»

Amanda Knox e Raffaele Sollecito
di Italo Carmignani ed Egle Priolo
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Venerdì 27 Marzo 2015, 09:20 - Ultimo aggiornamento: 12:18
ROMA - «Cancellate la condanna e assolvete Raffaele Sollecito. Che non ha mai depistato, ha sempre collaborato alle indagini e durante l'aggressione a Meredith vedeva i cartoni animati: Raffaele Sollecito è un puro che si vede coinvolto in vicende spettacolari e gigantesche delle quali, come Forrest Gump, non si rende conto». Così l'avvocato Giulio Bongiorno ha chiesto alla Corte di cassazione di scagionare Raffaele, chiudendo la sua lunga arringa nella seconda udienza del decimo processo per l'omicidio di Meredith Kercher, in cui è imputato con l'ex fidanzata Amanda Knox.

Udienza cominciata con una conferma: nella grande aula della Cassazione, tra le fila dei presenti, infatti spicca anche questa mattina la figura di Raffaele Sollecito, l'ingegnere pugliese condannato assieme ad Amanda Knox per il delitto consumato a Perugia la sera del 1 novembre del 2007. Raffaele è con tutta la famiglia che mai lo ha lasciato solo e ai suoi difensori Luca Maori e Giulia Bongiorno. Tocca proprio a loro parlare in questa ultima puntata della lunghissima vicenda.



Con la difesa, ha detto Bongiorno, che «si articolerà sugli unici due indizi a carico dell'imputato: il gancetto del reggiseno di Meredith, e l'essere stato fidanzato per 10 giorni con Amanda Knox». La Bongiorno ha parlato di «tanti lapsus» contenuti nella sentenza di condanna della Corte d'assise d'appello di Firenze. Rispetto a gancetto e sul dna di Raffaele che vi è stato trovato, poi, Bongiorno ha sottolineato che «su quel gancetto potevano essere trovate molte altre tracce genetiche se solo fossero state cercate». Inoltre l'avvocato ha criticato la sentenza dell'appello bis perché ha dato all'impronta genetica di Raffaele rinvenuta sul gancetto una sorta di «valore di prova genetica a capacità ridotta, una cosa che non esiste in questo campo in quanto una mezza traccia genetica non è una prova, ma una trappola». Dopo una pausa, è la volta dell'arringa dell'avvocato Luca Maori.



Dopo il loro intervento infatti la quinta sezione penale della Corte presieduta da Gennaro Marasca si ritirerà in camera di consiglio per decidere se accogliere o meno il ricorso dei difensori dei due giovani in cui si chiede di rifare il processo. Il sostituto procuratore generale Mario Pinelli, invece, nella prima udienza ha chiesto la conferma della condanna ma con un piccolo sconto di tre mesi (per la prescrizione del reato di porto abusivo di armi, legato al coltello considerato l'arma del delitto): 28 anni e tre mesi per Amanda e 24 anni e nove mesi per Raffaele.

Di sentenza «motivata e corretta» invece ha parlato Francesco Maresca, legale della famiglia Kercher. La decisione della Cassazione è prevista in serata.
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