Dona il midollo e salva la vita a una sconosciuta. L'appello di Valentina: «Voglio abbracciarti»

Valentina Marchi al prelievo delle cellule, in ospedale a Udine
di Susanna Salvador
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Mercoledì 11 Aprile 2018, 06:45 - Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 08:21
PORDENONE «Più di qualche volta ho provato a cercarti, non potrebbe esserci abbraccio più bello del nostro». L’appello di Valentina Marchi, 34 anni, impiegata di Pordenone, tocca il cuore soprattutto quando al telefono la sua voce, piena di speranza e timore, racconta ben più delle sue parole. Cerca Tiziana, almeno crede si chiami così la donna alla quale per due volte ha donato cellule staminali (novembre 2012) e linfociti (settembre 2014). «Le avevano diagnosticato una forma di leucemia fulminante nel luglio 2012, era gravemente ammalata. Se non avessero trovato un donatore...». È stata tre ore attaccata a una macchina all’ospedale di Udine, quel lontano 2012, poi la sacca contenente il suo “dono” è partita, direzione top secret. Ha saputo poi che quella sacca aveva significato proprio la vita per Tiziana.

Donatore e ricevente devono rimanere estranei tra loro, almeno così vuole la legge italiana.
L’unico modo per conoscersi è una lettera, ma senza alcun riferimento all’identità. La prima lettera, Valentina la scrisse in italiano e inglese. Ma le dissero che bastava l'italiano: un primo indizio. Di traccia in traccia, la donatrice ora è convinta che lei si chiami Tiziana, che abbia un figlio di nome Davide che dovrebbe essere in prima media. «È stata in vacanza al lago di Ledro nell’agosto 2013, e credo non viva tanto lontano da quel luogo». «Sono figlia unica - spiega - e lei per me è la sorella che non ho mai avuto. Spero che questo messaggio possa raggiungere tante più persone possibili per potermi perdere un giorno in quell’abbraccio... Ti voglio bene ovunque tu sia».


 
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