Inchiesta petrolio, indagine sul dossier De Giorgi: «Festini a bordo e spese folli»

Inchiesta petrolio, indagine sul dossier De Giorgi: «Festini a bordo e spese folli»
di Valentina Errante
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Martedì 12 Aprile 2016, 08:57 - Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 11:39

Poche pagine, molti documenti e un'immagine plastica che rimane impressa: quella del capo di Stato maggiore della Marina, Giuseppe De Giorgi, all'epoca comandante della Vittorio Veneto, che in una sosta a New York, avrebbe atteso i suoi ospiti, trasportati con un elicottero, in sella a un cavallo bianco, noleggiato a spese della Marina in occasione del cocktail. È solo una delle feste patinate organizzate dall'ex ammiraglio che un anonimo, evidentemente interno agli uffici, ha deciso di rivelare alla procura di Potenza (dove il capo di stato maggiore risulta già indagato per associazione a delinquere), a quella di Roma e alla procura militare, che adesso andranno avanti con le verifiche.

La lettera, supportata dalla documentazione, è stata trasmessa anche al presidente del Consiglio, al ministro della Difesa e allo stesso De Giorgi. In primo luogo le modifiche da 42 milioni di euro che, nel 2013, dopo una visita alla fabbrica di Fincantieri a Muggiano, l'alto ufficiale pretese fossero realizzate all'area destinata agli ufficiali (quadrati) e ai camerini di comandante e ammiraglio e per la realizzazione di una cabina di plancia vista mare destinata al comandante nella nave Bergamini, fregata della classe Fremm ancora in costruzione. Poi l'affare nel quale avrebbe avuto un ruolo anche Valter Pastena: il contratto da 30 milioni con una società praticamente inesistente che, secondo l'attuale capo di Stato maggiore, avrebbe dovuto costruire un'imbarcazione super veloce di 32 metri. Un progetto secretato e ancora in corso.

IL PARTY
«Famosi si legge nel documento sono stati i festini da lui organizzati da comandante a bordo della nave Vittorio Veneto in navigazione, con tanto di trasferimento, a mezzo elicottero, di signorine allegre e compiacenti. O di quella volta, sempre da comandante della nave Vittorio Veneto in sosta a New York, che accolse gli invitati a un cocktail a bordo, in sella a un cavallo bianco appositamente noleggiato».
 
Il documento racconta anche di abusi subiti da ufficiali che si opponevano agli ordini, trasferiti e rimossi dagli incarichi per essersi opposti alle richieste. Ma anche della promozione di quanti, testimoniarono a suo favore quando esplose la bufera “mandorle e champagne”. L'ordine di servizio firmato nel settembre 2012 diffuso sulla nave Mimbelli di stanza a Taranto recitava: «Ogni mattina, in particolar modo quando il Signor Cinc (comandante in capo della squadra navale italiana, De Giorgi ndr)è in base Navale a Taranto, l'ufficiale in comando di ispezione dovrà accertarsi della effettiva presenza in quadrato Ufficiali di una idonea bottiglia di spumante/champagne tenuta in fresco, nonché biscotti al burro e mandorle da tostare al momento a cura del cuoco di servizio addetto al Quadrato Ufficiali/quadrati Unificati». Nell'elenco delle mondanità anche il pranzo al Bolognese di piazza del Popolo, per festeggiare con «un codazzo di collaboratori fidati e compiacenti, tutti ufficiali della Marina a festeggiare il primo positivo consenso espresso dal Parlamento nei confronti della Legge navale». Del resto la rendicontazione delle spese di rappresentanza del Capo di Stato maggiore viene conservata soltanto per un anno. Mentre il quantum è lo stesso numero uno della Marina a stabilirlo.

IL FALCON
Si legge nel documento, che accusa De Giorgi di abuso di potere e di nepotismo nei confronti degli ufficiali non compiacenti: «Tutti sapevano - scrive l'anonimo - e tutti per paura delle sue vendette tacevano, circa l'uso improprio che l'ammiraglio, una volta diventato capo delle forze aeree della Marina, faceva degli elicotteri e soprattutto del velivolo Falcon 20 che lo trasportava come un taxi (spesso in allegra compagnia) da una parte all'altra dell'Italia per esaudire i suoi interessi personali a spese del contribuente».

È il 25 luglio 2013, il direttore pro-tempore degli armamenti navali, ispettore capo Ernesto Nencioni scrive a De Giorgi, in merito alle modifiche che ha ordinato. Il capo di Stato maggiore ha chiesto delle modifiche al progetto Fremm: la revisione e il cambio della configurazione di quadrati e mense, l'unificazione degli alloggi di ammiraglio e comandante e la realizzazione di una “sea cabin comandante in plancia”. Opere da 42 milioni di euro. «Fincantieri - scrive Nencioni - come richiesto dalla signoria vostra, ha dato anticipato avvio ai lavori di modifica, ancorché limitatamente ai quadrati e alle mense, i soli eseguibili nei tempi indicati». L'ammiraglio presenta i conti, spiega che la revisione di quadrati e mense ammonterà a circa 12 milioni di euro e aggiunge: «Unificazione degli alloggi di ammiraglio e comandante e realizzazione di sea cabin comandante in plancia: 30 milioni di euro circa, vista l'esigenza di approfondimento per la complessità e invasività degli interventi». Nencioni, che alla fine di questa vicenda avrebbe finito per dimettersi, sosteneva che i soldi non fossero sufficienti, ma alla fine sarà lo stesso ispettore a far passare il progetto.

LA SOCIETA' FANTASMA
Il progetto, affidato all'Aeronautical service vale 30 milioni di euro e riguarda la costruzione di un'imbarcazione di 32 metri che a pieno carico (36 tonnellate) è in grado di procedere a 70 nodi. Nella vicenda, sarebbe coinvolto anche Valter Pastena, ex dirigente del ministero della Difesa e adesso indagato insieme a De Giorgi a Potenza. I fondi per il progetto sarebbero stati prelevati dal budget per l'ammodernamento della flotta, vicenda già al centro dell'inchiesta di Potenza e considerata uno dei favori fatti dall'ex ministro Guidi al fidanzato Gianluca Gemelli. Il progetto ancora in corso ed è stato secretato.

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