Inchiesta petrolio, il generale De Giorgi chiede di essere sentito dai pm

Giuseppe De Giorgi
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Venerdì 8 Aprile 2016, 13:07 - Ultimo aggiornamento: 17:01
Il Capo di Stato maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, vuole essere sentito dai pm di Potenza che lo hanno iscritto nel registro degli indagati per abuso di ufficio nell'ambito dell'inchiesta sul petrolio in Basilicata. Lo annuncia il suo difensore Pietro Nocita. Sulle intercettazioni riportate da alcuni giornali il legale aggiunge che «le stesse non hanno rilevanza giudiziaria ed esprimono opinioni personali frutto della sua passione e del suo amore per la Marina Militare e non sono legate ad interessi privati». Il nome dell'ammiraglio De Giorgi ricorre in particolare con riferimento alle mire del «comitato d'affari» di cui farebbe parte Gianluca Gemelli, per il controllo sul porto di Augusta. 

A proposito della «necessità di far rivedere» al Ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, «l'individuazione del nominativo da designare a capo dell'Autorità portuale di Augusta, il Capo di Stato maggiore della Marina, l'ammiraglio Giuseppe De Giorgi, suggeriva al lobbista Nicola Colicchi:
«...con Delrio io farei un'operazione diversa, quella della cena, dell'incontro conviviale... dove si rompe il ghiaccio, si parla in generale...». È questa una delle annotazioni che fa la polizia nell'ambito della parte dell'inchiesta sul petrolio in Basilicata che ha al centro le attività proprio dell'Autorità portuale di Augusta: in questo filone De Giorgi e Colicchi sono indagati insieme, tra gli altri, a Gianluca Gemelli, compagno dell'ex Ministra dello Sviluppo economico, Federica Guidi.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, infatti, la cosiddetta
«combriccola» del petrolio avrebbe fatto pressioni su Delrio affinché fosse confermato (come in realtà poi avvenuto, con una proroga di sei mesi) Alberto Cozzo alla guida dell'Autorità portuale di Augusta.
Ma la Polizia ha riscontrato un
«certo interesse» da parte degli indagati anche nella «gestione futura dei porti».

In una conversazione registrata il 4 maggio, sempre Colicchi ed Enrico Vignola (della Marina militare)
«discutevano quale strategia politico-operativa intraprendere per una forma di convenzione tra le Autorità portuali e la Marina militare, in relazione a tutta una serie di attività, tipo lo sminamento del porto di Napoli)». Vignola «chiedeva a Colicchi se il Capo (De Giorgi) ne fosse già al corrente; Colicchi rispondeva che in più occasioni lo stesso si era mostrato interessato alla cosa. Vignola domandava a quel punto chi avrebbe potuto fungere da 'ganciò (evidentemente col Ministro delle Infrastrutture), e Colicchi indicava Ivan Lo Bello (ex presidente di Confindustria Sicilia)«, come successo per la nomina di Cozzo. Con Lo Bello, infatti, »si sarebbe arrivati direttamente alla persona del Ministro, essendo 'amicissimi'».
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