Nel pc del commercialista dei potenti scoperti dossier su politici, imprenditori e banchieri

Nel pc del commercialista dei potenti scoperti dossier su politici, imprenditori e banchieri
di Valentina Errante
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Martedì 7 Gennaio 2014, 09:38 - Ultimo aggiornamento: 11 Gennaio, 12:10
Un archivio con report su politici, imprenditori e alti ufficiali. il nuovo capitolo dell’inchiesta su Paolo Oliverio, il commercialista con frequentazioni che vanno dalla politica alla malavita, accusato di riciclaggio e finito in carcere a novembre per sequestro di persona insieme a due ufficiali della Finanza e all’ex priore dell'Ordine dei Camilliani.



Un arresto avvenuto a margine dell’indagine principale, quando i militari del Gico si sono accorti che Oliverio aveva organizzato il ”sequestro” di due religiosi per continuare a gestire gli appalti dell’ospedale di Casoria. Ma a riservare sorprese sono state le perquisizioni: nel computer del commercialista e in alcune chiavette Usb sono state trovate schede su affari, politici, imprenditori e alti ufficiali. Oltre a un software per intercettare. L’istanza di scarcerazione di Oliverio è stata respinta, il pm Giuseppe Cascini vuole capire come venisse utilizzato quell’archivio. Il sospetto è che Oliverio avesse rapporti con i servizi segreti e mettesse in atto una serie di ricatti. Un business gestito «attraverso rapporti illeciti con politici, uomini delle forze di polizia, banchieri, esponenti politici che sostenevano il modus operandi dell’organizzazione nelle illecite operazioni bancarie con utilizzazione di canali esteri».



I RAPPORTI

Da Paolo Berlusconi a Ernesto Diotallevi a Finmeccanica. Le relazioni di Oliverio vanno dalla criminalità alla politica alla finanza. Il commercialista coinvolto nelle inchieste Sme e P3, fino al caso Maruccio (l’ex capogruppo di Italia dei valori alla Regione Lazio che aveva sottratto io fondi) finora è uscito indenne dalle indagini. Il Gico ha verificato i suoi rapporti con Paolo Berlusconi, quelli stretti con Marco Carboni e suo padre, Flavio, il faccendiere che faceva affari con il boss Pippo Calò ed è sotto processo per la P3. Sono decine i nomi dei clienti ”eccellenti” che si rivolgono alla studio Oliverio, c’è anche Marco Squatriti, latitante per due bancarotte milionarie. Dagli atti emerge l’interessamento di Oliverio per le indagini su Finmeccanica, perché il commercialista è socio di Lorenzo Borgogno, l’ex responsabile delle relazioni esterne della holding indagato per corruzione. Poi gli affari con Alessandro Pagano, parlamentare ncd, si legge nell’informativa: «Gli accertamenti hanno confermato i contatti di Oliverio con uomini politici e in particolare con Alessandro Pagano, aventi per oggetto per un verso, la realizzazione di un progetto oncologico tra l’Ismett e l’Ospedale di Casoria, per altro, l’assunzione presso l’ospedale di Casoria della figlia dell’onorevole Pagano, Federica Maria».



Quindi Mario Diotallevi, figlio di Ernesto, esponente della banda della Magliana. Ma ci sono anche i rapporti con Giuseppe Ioppolo che, secondo i pm napoletani, gestiva le relazioni tra l’ex senatore Sergio De Gregorio e le forze dell’ordine. Poi il clero: era stato l’ordine dei Camilliani a nominarlo commissario dell’ospedale di Casoria, dove Oliverio gestiva appalti milionari. E gli inquirenti non hanno dubbi: arrivava anche ad Equitalia. Il sospetto è che riuscisse anche a ”controllare” le cartelle.



L’ARCHIVIO

All’ombra del riciclaggio dell’ndrangheta calabrese adesso c’è il sospetto di dossieraggio che coinvolgerebbe anche alti ufficiali della Finanza. L’archivio e il software per le intercettazioni, trovati nello studio di piazza di Spagna, sono all’esame dei pm. Il Gico parla di «Forte condizionamento della pubblica amministrazione attraverso ricatti, attività di dossieraggio e finanziamento illecito della politica grazie alla partecipazione nelle attività criminali di esponenti dell’ndrangheta calabrese, della banda della Magliana e di personaggi facenti parte di logge coperte con autorevoli prelati».