Clandestini, Letta: «Abolire la legge». Da domani missione nel Mediterraneo

Clandestini, Letta: «Abolire la legge». Da domani missione nel Mediterraneo
di Mario Stanganelli
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Domenica 13 Ottobre 2013, 11:51 - Ultimo aggiornamento: 14:15

ROMA Da cittadino e da politico abolirei la Bossi-Fini e ho sempre ritenuto sbagliato il reato di clandestinit. L’affermazione - non da poco viste le polemiche di queste ore nella maggioranza - è di Enrico Letta che partecipa a Mestre, assieme al presidente dell’Europarlamento Schulz, al Festival delle idee di Repubblica. Interpellato sulle palesi differenze che, sul tema, lo separano da importanti partner di governo, il premier ha riconosciuto che l’attuale «è una grande coalizione nella quale è normale che ci siano delle contraddizioni»

Il presidente del Consiglio, già al corrente di affermazioni in senso contrario rese in mattinata dal suo vice Angelino Alfano, sostiene tuttavia che «non c’è dubbio che il nostro Paese debba adottare una nuova normativa sul diritto d’asilo». In trasparente polemica con la Lega, che ieri teneva una manifestazione anti-immigrati a Torino, Letta sottolinea anche che «alcune forze politiche, in particolare una, hanno costruito la loro fortuna sulla paura dell’immigrazione, facendo non solo la faccia feroce, ma tenendo su il tema in tutti i modi». Il premier rivendica poi, tra le cose fatte dal governo sul terreno dell’immigrazione, la nomina, in primo luogo, di «uno dei migliori ministri, il ministro di colore Cecilie Kyenge». E annuncia che da domani «prenderà il via una missione umanitaria aeronavale italiana per rendere il Mediterraneo il mare più sicuro possibile e non, come è diventato in questi giorni, una tomba. Bisognerà spendere molti soldi - aggiunge Letta - perché saranno messi in campo tre volte le navi e gli aerei attualmente utilizzati, ma che sono indispensabili per affrontare l’emergenza».

EMERGENZA

Emergenza che, in particolare, è stata al centro di una telefonata di Giorgio Napolitano con il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, nel corso della quale si è convenuto che nell’isola «occorre anche una presenza di coordinamento e di gestione dell’emergenza da parte di un nucleo di inviati del governo che fiancheggi le autorità locali». Il capo dello Stato ha preso anche atto della «massima urgenza presentata dal problema della destinazione delle bare delle vittime del naufragio e del rapporto con le loro famiglie». Parimenti urgente è considerato dal Colle «il trasferimento in altri centri siciliani dei sopravvissuti a cui l’isola non può garantire civile assistenza».

Si diceva della diversità di opinioni al vertice dell’esecutivo in tema di leggi sull’immigrazione . Il vicepremier Alfano ha infatti sostenuto ieri che «cancellare la Bossi-Fini è una declamazione demagogica. Non è che abolendo la legge si salvano i morti del nostro mare». Secondo il ministro dell’Interno bisogna piuttosto «combattere i mercanti di morte, che è il solo modo per bloccare questo spregevole traffico di esseri umani». E questo, secondo Alfano, lo si potrà fare «rafforzando la cooperazione tra l’Europa e gli Stati del Nord Africa». A non vedere connessioni tra la Bossi-Fini e il ripetersi delle tragedie in mare sono in parecchi nel Pdl. Tra questi Cicchitto, Gasparri e Bondi, con quest’ultimo che avanza il sospetto che Letta, proponendo l’abolizione della Bossi-Fini, «pensi ad una nuova maggioranza». Ma i campioni del fronte anti-immigrati restano i seguaci di Bossi e di Maroni, il quale, da Torino, definisce «una sciocchezza ideologica l’idea della sinistra di cancellare la Bossi-Fini. I barconi - sostiene l’ex ministro dell’Interno - non si fermano con le chiacchiere. E se Alfano non sa come fermare i clandestini, mi faccia una telefonata che glielo spiego». Agli antipodi la visione della ministra Kyenge: «Nessuna legge è eterna e anche la Bossi-fini va rivista».

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