Abusò di bambine di Chernobyl, a lui affidate: il pm chiede sei anni di reclusione

Abusò di bambine di Chernobyl, a lui affidate: il pm chiede sei anni di reclusione
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Martedì 17 Dicembre 2013, 17:47 - Ultimo aggiornamento: 18 Dicembre, 15:18
Per oltre un anno avrebbe costretto una ragazzina di 11 anni di Chernobyl a lui affidata a subire atti sessuali.

Inoltre, avrebbe realizzato immagini pedopornografiche riprendendo la bambina e un'altra

ragazzina bielorussa, anche lei proveniente dalla città del disastro nucleare. L'uomo aveva ospitato le due bambine nell'ambito di un programma di ospitalità per bambini provenienti dalla città del disastro nucleare. Per G. P., 80 anni, il pm di Milano Giovanni Polizzi ha chiesto oggi una condanna a 6 anni di reclusione nel processo con rito abbreviato davanti al gup Stefania Donadeo.



L'anziano è anche accusato di aver prodotto nel 2012 materiale pedopornografico virtuale realizzato - si legge nell'imputazione - utilizzando parti di immagini di minori». In sostanza, l'uomo avrebbe rielaborato «numerose immagini pornografiche sostituendo al volto femminile originale» alcune fotografie scattate alle sue tre nipotine «e al volto maschile quello proprio».



G.P. era stato arrestato in flagranza di reato il 5 ottobre del 2012, perchè riprendeva «clandestinamente» immagini di ragazzine in un centro commerciale con una «microcamera occultata in un borsello». Dopo l'arresto, le indagini

sugli apparecchi elettronici sequestrati hanno permesso agli investigatori anche di fare luce sulla vicenda delle bambine di Chernobyl e dei video virtuali con le nipotine (parti civili nel processo).



Stando all'inchiesta, l'uomo avrebbe abusato, tra il gennaio del 2006 e il febbraio 2007, di una bambina bielorussa «anche usando violenza» e a volte dandole «alcune monete». In relazione ai foto-montaggi virtuali realizzati con le immagini delle nipotine (e a volte anche con quelle delle bimbe bielorusse) negli atti dell'inchiesta si legge che si tratta di video «in grado di alimentare il mercato della pedopornografia», anche se sono immagini di «situazioni non reali».

La sentenza è attesa per venerdì prossimo, 20 dicembre.
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