Capotreno ferito col machete, l'aggressore: «Mi scuso, volevo solo spaventarlo». Gip convalida 2 arresti su tre

Capotreno ferito col machete, l'aggressore: «Mi scuso, volevo solo spaventarlo». Gip convalida 2 arresti su tre
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Domenica 14 Giugno 2015, 14:34 - Ultimo aggiornamento: 15 Giugno, 20:26

«Mi dispiace per lui, mi scuso, ero in stato confusionale per l'alcol e volevo soltanto spaventarlo». È quanto ha detto, nell'interrogatorio davanti al gip, Josè Emilio Rosa Martinez, il ragazzo che giovedì scorso ha quasi amputato un braccio al capotreno con un machete. Lo ha riferito l'avvocato Alessio Mantuano.

Il ragazzo di 19 anni di El Salvador, che ha un figlio di 6 mesi, aveva già confessato davanti agli agenti della Squadra mobile di Milano di aver colpito con il machete al braccio il capotreno Carlo Di Napoli e aveva fornito agli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Alberto Nobili e dal pm Lucia Minutella, anche elementi utili per arrivare agli arresti di altri due giovani della gang 'MS13'.

Oggi, davanti al gip Gennaro Mastrangelo, Martinez ha confermato la versione già resa, «si è dimostrato collaborativo - ha chiarito l'avvocato Mantuano - e dispiaciuto per le conseguenze del suo gesto, di cui si è reso conto solo dopo perchè quella sera era in stato confusionale per l'alcol ingerito e poi scosso per l'arresto».

Anche la madre del ragazzo, ha spiegato il legale, «è dispiaciuta per quello che ha subito il capotreno e si è sentita un pò sollevata quando ha saputo che il braccio non era stato amputato».

Il ragazzo davanti al gip avrebbe raccontato che quella sera alla fermata «è nato un parapiglia, una colluttazione tra il suo gruppo, e in particolare tra un suo amico, e il capotreno che aveva chiesto di esibire i biglietti». A quel punto Martinez si sarebbe messo a «smanacciare con il machete in mano per spaventare il controllore e permettere all'amico di scappare». Per il suo legale, però, Martinez non aveva «la volontà di uccidere» e per questo la difesa lavorerà sugli atti «affinchè l'ipotesi contestata di tentato omicidio possa essere commutata in lesioni gravi o gravissime».

Un altro dei giovani, Alexis Ernesto Garcia Rojas, difeso dal legale Robert Ranieli, ha spiegato, invece, che lui non c'entra nulla con l'aggressione al capotreno e che si è accorto «soltanto dopo che Martinez aveva tirato fuori il machete». Simile, da quanto si è saputo, la versione del terzo arrestato, Jackson Jahir Lopez Trivino.

«Io non c'entro niente con l'aggressione al capotreno, avevo l'abbonamento, c'è stato un litigio tra noi e lui ma io sono sceso e ho visto soltanto dopo che Martinez l'aveva colpito con il machete», racconta invece, nell'interrogatorio davanti al gip Alexis Ernesto Garcia Rojas, 19enne di El Salvador fermato ieri con l'accusa di tentato omicidio, difeso dal legale Robert Ranieli.

Il gip per il giovane non ha convalidato il fermo, ma ha disposto il carcere e la difesa valuta il ricorso al Riesame. Il giudice ha altresì disposto la misura cautelare in carcere gli altri due ragazzi bloccati tra ieri e l'altro ieri per la brutale aggressione ai danni del capotreno Carlo Di Napoli, colpito con un machete, e di un suo collega.

Il gip, da quanto si è saputo, oltre a disporre la misura per i tre, ha convalidato gli arresti di Josè Emilio Rosa Martinez e di Jackson Jahir Lopez Trivino.

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