Camorra, il racconto di Setola: «Dopo l'omicidio Noviello stappata bottiglia di champagne»

Camorra, il racconto di Setola: «Dopo l'omicidio Noviello stappata bottiglia di champagne»
3 Minuti di Lettura
Lunedì 13 Ottobre 2014, 14:42 - Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 13:48
Tre giorni dopo l'annuncio pubblico di volere collaborare con la giustizia, il capo dell'ala stragista del clan dei Casalesi, Giuseppe Setola, è stato ascoltato dagli inquirenti della Procura Antimafia di Napoli.



Poco prima dell'inizio dell'udienza del processo sull' omicidio dell'imprenditore Domenico Noviello, nel tribunale di Santa Maria Capua Vetere, il pm della DDA Alessandro Milita ha presentato il verbale di un interrogatorio a cui Setola è stato sottoposto lo scorso sabato, tre giorni dopo l'annuncio in aula di mercoledì, di volersi pentire.



Setola:
«Dopo omicidio Noviello stappata bottiglia di champagne». «Pochi minuti dopo l'omicidio Noviello (avvenuto 16 maggio 2008, ndr) venne da me Massimo Napolano e mi diede un bacio in bocca dicendo che il delitto era stato fatto».



Giuseppe Setola, collegato in video-conferenza dal carcere di Milano-Opera nell'ambito del processo per l'omicidio dell'imprenditore Domenico Noviello, ha raccontato poi che «Massimo Alfiero mi disse che avevano festeggiato il delitto con Francesco Cirillo (imputato nel processo, ndr) che aveva stappato una bottiglia di champagne; questa era un'usanza del clan dei Casalesi». Cirillo fu condannato nel 2001 a sei anni di carcere per estorsione proprio in seguito alla denuncia presentata da Noviello.



«Ho deciso di far uccidere Noviello prima di tutto perchè aveva fatto prendere sei anni a Francesco Cirillo, quindi perchè il clan in quel periodo stava inguaiato, non avevamo di che mangiare, così dovevamo uccidere un imprenditore che aveva denunciato per costringere anche gli altri a pagare.



Così è avvenuto, e abbiamo fatto centinaia di estorsioni. Anche Michele Zagaria ci pagava». Rispondendo alle domande del pm della DDA di Napoli Alessandro Milita, Setola ha raccontato che l'omicidio Noviello fu deciso nel corso di una riunione tenuta presso un'abitazione ubicata tra «Parete e Giugliano. C'eravamo io, Francesco Cirillo, Massimo Alfiero (entrambi imputati, ndr), cui diedi l'incarico, e un'altra persona. Ma pochi giorni prima della riunione parlai con Alessandro Cirillo (altro imputato, ndr) e fummo d'accordo sulla necessità di uccidere Noviello».



In seguito alle domande dell'avvocato di Alessandro Cirillo Elena Schiavone emerge però un'altra riunione precedente in cui Setola, incontrando lo stesso Alfiero ed Emilio Di Caterino, collaboratore di giustizia non imputato in questo processo, parlò di uccidere «Umberto Bidognetti, Noviello e Michele Orsi» (tutti ammazzati tra il 2 maggio e il primo giugno 2008, ndr). «Non lo ricordavo», ammette Setola.




«Ho sognato Wojtyla che mi ha detto di pentirmi». «Ho deciso di collaborare con la giustizia per dare una svolta alla mia vita e alla mia famiglia. Inoltre ho sognato Papa Wojtyla che mi ha detto "pentiti"». Così ha raccontato Giuseppe Setola. Il killer ha già reso, sabato 11 ottobre, un interrogatorio in carcere al pm della DDA Alessandro Milita.



Il presidente della Corte d'Assise Maria Alaia ha specificato, durante l'udienza del processo sull'omicidio dell'imprenditore Domenico Noviello, che Setola «è un imputato che sta facendo dichiarazioni la cui attendibilità andrà valutata». Rispondendo poi, in sede di controesame, alla domanda del suo legale Rachele Merola, Setola ha affermato: «Non ce la faccio più con questa malavita, mi voglio fare tutti i sette ergastoli e voglio chiedere scusa ai Noviello.



Una persona che denuncia come fece Domenico Noviello fa bene.
Io ho sempre visto benissimo - ha proseguito - sparavo come un pazzo, come facevo a sparare se non vedevo».




La figlia di Noviello: «Con le scuse non si cancellano 46 morti». «Sono qui a testimoniare che non deve passare il messaggio che con scuse e pentimenti annunciati si possono cancellare 46 vite. Finiamola con il Setola Show, il protagonista non deve essere lui». Lo ha detto Mimma Noviello, figlia dell'imprenditore Domenico Noviello, al processo per la morte del padre nel quale è coinvolto il killer del clan dei Casalesi Giuseppe Setola.



Nel verbale consegnato dal sostituto procuratore Alessandro Milita, il killer dei Casalesi spiega il motivo dell'uccisione dell'imprenditore Domenico Noviello: un assassino per costringere le vittime del pizzo reticenti a pagare le tangenti. Cosa che, infatti, successivamente avvenne.
© RIPRODUZIONE RISERVATA