Napoli, bimba ferita a Forcella: la sparatoria per incassare 20 euro

Napoli, bimba ferita a Forcella: la sparatoria per incassare 20 euro
di Giuseppe Crimaldi
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Domenica 15 Gennaio 2017, 13:39 - Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 20:06

NAPOLI C'è un mondo di sopra e un mondo di sotto anche per la camorra. In quello superiore gli affari si concludono a sei zeri. Dal milione in su. Quello che guarda in basso si accontenta invece delle briciole, ma non per questo si fa scrupoli e tantomeno esita a sparare. A Napoli si può uccidere anche per venti euro. Lo spiega bene - nella sua drammatica crudezza - l'ultima istantanea scattata dalle indagini della polizia sul raid messo a segno il quattro gennaio alla Maddalena, durante il quale vennero feriti tre extracomunitari senegalesi e una bambina di soli dieci anni.
 

 

Per capire che cosa sia oggi la camorra - quella «liquida», quella delle paranze dei bambini, delle seconde e terze linee che cercano di occupare i vuoti lasciati dai boss finiti in carcere al 41 bis - bisogna scorrere le sei pagine del decreto di fermo che ha portato in carcere quattro persone. In realtà gli indagati sono complessivamente sei: uno è sfuggito alla cattura, all'alba di ieri mattina; l'altro è un minorenne, ha appena 17 anni ma dalle indagini della Squadra mobile ebbe un ruolo attivo nella spedizione punitiva contro gli ambulanti africani di via Giovanni Scherillo: e nei suoi confronti adesso a decidere sarà la Procura dei minori.

In manette sono finiti due affiliati al clan Mazzarella: Gennaro Cozzolino, 39 anni, e Valerio Lambiase, 28enne fratello di Gianmarco, assassinato il primo marzo del 2015 nel pieno della faida di Forcella durante un raid consumato a Ponticelli. Fermati anche due venditori ambulanti del mercatino della Maddalena: Luciano Rippa di 33 anni e Gennaro Vicedomine, di 25: avrebbero svolto il ruolo di basisti per conto del clan.

LA DINAMICA
Ricostruita grazie ad alcune immagini di videosorveglianza la dinamica del raid. A scatenare il terrore la mattina del quattro gennaio fu l'arrivo di quattro persone nella zona a ridosso di piazza Garibaldi: Lambiase scese dallo scooter armato di una mazza da baseball, accompagnato dal 17enne - che è a sua volta fratello di un'altra vittima di camorra - e dallo stesso venditore ambulante Rippa, che impugnava una spranga di ferro. I due puntano verso la bancarella di merce contraffatta gestita da un senegalese che si è rifiutato di versare il «pizzo» ai Mazzarella.

Venti euro, la richiesta iniziale. A quel punto i due iniziano a picchiare alcuni extracomunitari: la logica è quella terroristica di colpirne pochi per educare tutti gli altri. A quel punto, però, si mobilitano decine di africani che corrono in soccorso dei connazionali aggrediti. Ed è allora che Cozzolino estrae la pistola e inizia a sparare all'impazzata. Il resto è storia nota, con il bilancio dei quattro feriti e della tragedia sfiorata solo perché la fortuna stavolta ci ha messo la mano.

Oltre alle immagini dei filmati, a contribuire in maniera determinante alla soluzione dell'indagine della Squadra mobile di Napoli diretta da Fausto Lamparelli è stato il coraggio di quel senegalese che si era rifiutato di sottostare al ricatto dell'estorsione. Ha 35 anni, vive a Napoli con un regolare permesso di soggiorno e da alcune settimane sbarcava il lunario vendendo capi di abbigliamento e scarpe su una delle bancarelle di via Scherillo. Poche ore dopo il raid si è presentato spontaneamente in Questura per collaborare con gli investigatori. Ora vive sotto tutela, come pure gli altri tre connazionali rimasti feriti.