Shalabayeva, il giallo del permesso temporaneo

Shalabayeva, il giallo del permesso temporaneo
di Cristiana Mangani
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Sabato 28 Dicembre 2013, 10:03 - Ultimo aggiornamento: 10:05
Non stato un lavoro facile quello di riportare in Italia Alma Shalabayeva. E mentre la diplomazia si occupata di ottenerne “il rilascio”, un pool di avvocati ha fatto il resto, per far s che la vicenda fosse chiara anche dal punto di vista legale. Alla fine il governo kazako ha ceduto, ma alle loro condizioni. E così la signora ha ottenuto di poter lasciare il Paese con una revoca temporanea delle restrizioni di viaggio, un visto della durata di novanta giorni, a scadenza del quale dovrebbe fare rientro in Kazakistan. Difficile ora immaginare che Shalabayeva rientrerà in Centroasia.



LO SCAMBIO

La limitazione dei tempi, infatti, sembra più dettata da una strategia diplomatica. Perché quello che interessa veramente ai kazaki è Mukhtar Ablyazov, il dissidente per cui l’Ucraina e la Russia hanno chiesto l’estradizione dalla Francia. Shalabayeva ha spiegato che andrà presto a trovarlo: «Mi manca molto», dice. E conferma di essere stata rapita con la figlia, proprio perché i kazaki è lui che vogliono.

Per cercare di liberarla sono scesi in campo gli avvocati Riccardo Olivo e Anna D’Alessandro dello studio Vassalli, oltre allo svizzero Peter Sahlas. Il suo Paese avrebbe voluto una cauzione di un milione di euro. E se lei non fosse tornata, l’Italia, che si è fatta garante sin dal primo momento, avrebbe rischiato l’arresto dell’ambasciatore. La trattativa, però, è andata avanti, e si è evoluta. Normalmente la cauzione per le accuse di falso sarebbe di 3500 dollari. Invece l’accordo si è chiuso sulla casa dove vivono i suoi genitori che hanno dovuto lasciarla per permetterle di andare via dal Kazakistan. L’immobile è stato dato come cauzione e se lei non dovesse tornare, diventerà di proprietà del governo. Ma non è tutto.



I RISCHI

L’avvocato svizzero Peter Sahlas, che assiste i figli, spiega meglio la questione. «La libertà della signora - dice - è solo temporanea, per aumentare le probabilità di ottenere Ablyazov mantenendo comunque il controllo sulla moglie o trascinandola indietro o mettendola nella lista dell'Interpol. I kazaki non esiteranno a chiedere il suo arresto se lei non dovesse ritornare. Il piano è quello di trasformare la Shalabayeva da ostaggio a latitante. Tutto dipenderà da ciò che accadrà ad Ablyazov nell’udienza che si svolgerà in Francia il 9 gennaio. La velocità con cui è stato improvvisamente rilasciato un nuovo passaporto alla signora, e una raffica di attività diplomatiche di alto livello intorno al suo caso, negli ultimi giorni, dimostrano che in Kazakistan è stata presa una decisione politica per creare l'apparenza di una risoluzione della crisi “deportazione”». Se Shalabayeva andrà a passare la fine dell’anno a Ginevra, come sembra, non abbandonerà del tutto l’Italia perché dovrà fare rientro agli inizi di gennaio: sarà interrogata dal pm romano Eugenio Albamonte che l’ha indagata per possesso di documenti falsi. Nello stesso fascicolo sono stati iscritti per sequestro di persona anche l'ambasciatore del Kazakistan Adrian Yelemessov, il consigliere per gli affari politici Nurlan Khassen e l'addetto agli affari consolari Yerzhan Yessirkpov.

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