Salario minimo bocciato dalla maggioranza. L'obiettivo delle opposizioni (quasi unite) e cosa cambierebbe per gli stipendi

Se Italia viva è contraria (per Renzi, meglio puntare «sulla partecipazione dei lavoratori agli utili»), anche il fronte sindacale non appare compatto, con la Cisl che punta sulla contrattazione collettiva

La maggioranza boccia in commissione Lavoro alla Camera il salario minimo: il tema unisce le opposizioni, ma non mancano le eccezioni
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Venerdì 14 Luglio 2023, 16:15 - Ultimo aggiornamento: 15 Luglio, 17:58

La maggioranza di centrodestra ha presentato un emendamento che stoppa il disegno di legge sul salario minimo proposto dalle opposizioni (Italia viva esclusa) come testo-base in commissione Lavoro alla Camera. Queste le indiscrezioni dopo che a mezzogiorno è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti.

Il testo presentato dalle opposizioni ("Disposizioni per l’istituzione del salario minimo") è composto da otto articoli. Il primo, richiamando l’articolo 36 della Costituzione, prevede che «i datori di lavoro, imprenditori e non imprenditori» debbano garantire ai lavoratori «una retribuzione complessiva sufficiente e proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro prestato». L'articolo successivo stabilisce invece qual è il salario minimo per legge: esso, al di là di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, «non può comunque essere inferiore a 9 euro lordi». Due giorni fa, questo testo-base era stato approvato in commissione Lavoro, con l'astensione del centrodestra.

Una scelta, quella della maggioranza, che aveva destato qualche interrogativo e che sembra essere stata "corretta" con la presentazione dell'emendamento di oggi. 

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Un'opposizione (quasi) compatta

Come detto, la proposta di legge è stata firmata da tutte le opposizioni, eccezion fatta per Italia viva. «Motivi politici», ha argomentato Matteo Renzi, spiegando: «Votiamo le leggi che ci convincono, chiunque le proponga, stando al merito». Quella proposta dalle opposizioni, secondo l'ex premier, è una legge «molto diversa da quella che avevamo immaginato noi dopo il JobsAct, Industria 4.0 e dopo tutte le nostre misure sul lavoro». Quindi, sarebbe meglio puntare «sulla partecipazione dei lavoratori agli utili aumentando gli stipendi al ceto medio». 

Come detto, però, Italia viva costituisce un'eccezione in un'opposizione mai così unita: non a caso, Matteo Richetti, capogruppo di Azione-Italia viva alla Camera, ha bollato la «controproposta» del centrodestra (cioè l'emendamento presentato oggi) come «nulla, i lavoratori sottopagati possono attendere». Lo stesso leader di Azione Carlo Calenda è tornato varie volte sul tema, ritenendo la retribuzione garantita una riforma necessaria. Il Pd di Elly Schlein e il M5S di Giuseppe Conte, poi, hanno fatto della battaglia per il salario minimo un tema centrale.

 

Il fronte sindacale 

«Il salario minimo nel nostro Paese è necessario, facciamolo anche subito ma attraverso la contrattazione, come indica l'Ue nella direttiva». A pronunciare queste parole è stato oggi il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, secondo cui fissando una cifra minima per legge, si rischia «di aumentare il lavoro nero e sommerso, di schiacciare le retribuzioni medie a ribasso e indurre le aziende ad uscire dall'applicazione dei contratti». Al contrario, per tutelare i lavoratori, occorre «alzare l'azione di vigilanza e di controllo». Una posizione, quella della Cisl, molto differente dalle altre due grandi sigle sindacali, Cgil e Uil, che invece si sono schierate in favore del salario minimo.

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