Roma elezioni 2021, ipotesi Bertolaso candidato sindaco: «Se serve sono pronto»

Roma elezioni 2021, ipotesi Bertolaso candidato sindaco: «Se serve sono pronto»
di Mario Ajello
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Mercoledì 21 Ottobre 2020, 00:21

ROMA Guido Bertolaso sta raccogliendo le olive. Pronto? «No, non ne so nulla davvero di quello che a Roma stanno dicendo Berlusconi, Tajani, Salvini e Meloni». Ma è arrivata voce anche a lui, all’ex capo della Protezione civile e uomo di ogni emergenza - e Roma di emergenze ne ha un’infinità - che nel vertice dei leader il suo nome al momento è in pole position come candidato sindaco di Roma per il centrodestra. E lui accetterebbe?

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Chi lo conosce dice che, per spirito di servizio, per amor di patria la cui capitale è Roma e lui ha un’adorazione per la sua città dove è nato 70 anni fa, Bertolaso accetterebbe la candidatura se gli venisse chiesto l’impegno da parte di tutti e tre i partiti. Ma siamo ancora ai preliminari. E uno dei partecipanti al super-summit, su Roma ma anche su Milano, Torino, Napoli e Bologna, dice infatti: «Quando i nomi sono tanti, significa che il nome non c’è». Certamente non c’è ancora per Roma anche se la tentazione Bertolaso - che nel 2016 contro la Raggi fu candidato e poi tolto dalla gara a causa delle liti tra Forza Italia e FdI - è forte. 


Gli sponsor


E non è stato soltanto Berlusconi, in collegamento Zoom, a sponsorizzare la sua candidatura, ma anche Salvini e Meloni la stanno prendendo in considerazione. Secondo questo ragionamento: «Chi più rassicurante di lui durante la fase Covid che rischia di durare purtroppo anche oltre la primavera del voto?». E ancora: «Ha avuto ragione sul Covid Hospital della Fiera di Milano che venerdì viene riaperto, è un tipo dal consenso trasversale, specchiata onestà e prosciolto da ogni accusa rivoltagli, pragmatismo assoluto. Meglio di così?». Ed è uno, Bertolaso, che su Roma ha le idee chiare: «Questa è una metropoli che ha bisogno di un city manager, che la metta a posto. I grillini hanno fatto un tale disastro che servono adesso persone pragmatiche e molto determinate per rilanciarla». Chi, lui? A Bertolaso le imprese complicate piacciono. Ma siamo ancora nel campo delle ipotesi e forse entro il weekend in un nuovo incontro dei leader si concretizzerà qualcosa. 

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Altro nome girato nel summit lungo tre ore - oltre a Giletti: «Sarebbe ottimo, peccato che dopo qualche indecisione abbia preferito di no» - è quello sempre per Roma di Giorgio Toschi. 65 anni, è stato comandante generale della Guardia di Finanza dal 2016 al 2019: candidatura civica perché sui candidati non partitici il centrodestra ha deciso di puntare.

Sono stati fatti per le varie città una ventina di nomi (ma i nomi coperti, se ci sono, saranno quelli giusti) e l’imprenditore Damilano è il più quotato su Torino. Quando per Milano, dopo l’ipotesi Sergio Dompé, industriale farmaceutico, è spuntata la candidatura di Franco Baresi, La Russa - interista e partecipante a sua volta all’incontro, comprensivo della Ronzulli - - ha ribattuto: «Perché non Zenga?». Ma meglio di tutti è messo, per la capitale lombarda, Paolo Veronesi, figlio di Umberto, presidente della omonima Fondazione, capace di pescare anche a sinistra. E Napoli? Antonio D’Amato: ex presidente della Confindustria. Ma anche: Danilo Iervolino (presidente dell’università telematica Pegaso) e Guido Grimaldi. Salvini preme per quest’ultimo: giovane imprenditore, famiglia di armatori napoletani, fondatori della Grimaldi Lines. 


Gli altri


Grandi manovre, dunque. Ma non solo nel centrodestra. Dall’altra parte, Calenda ha chiesto a Zingaretti: «Incontriamoci, parliamo di tutto». E già il 12 ottobre il leader di Azione in corsa per il Campidoglio aveva insistito sul capo del Pd per un summit, ma niente. Anche perché Zingaretti è fermo sulla sua posizione: o Calenda partecipa alle primarie oppure nemici come prima. «Ma tanto le primarie non si faranno causa Covid», dice Calenda, che accusa: «Zingaretti vuole prendere tempo per cercare l’accordo con M5S per un candidato rossogiallo». Di sicuro il Pd questo obiettivo lo ha. E qualcuno dei dem prospetta il seguente scenario: la Raggi viene condannata per la vicenda Marra, Di Maio la toglie di mezzo e il candidato rossogiallo per Roma si trova al volo. L’attesa è per gli Stati Generali M5S, è lì che la Raggi potrebbe saltare. Ma le assise grilline sono state rinviate di una settimana, e si terranno il 14-15 novembre.

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