Un po’ cronaca di una morte annunciata, un po’ divorzio all’italiana. Dopo quattro mesi di convivenza da separati in casa, i gruppi parlamentari in comune tra Azione e Italia viva si avviano a grandi passi verso il capolinea. Tra renziani e calendiani sarà rottura, sia alla Camera che al Senato. Questione di giorni, forse di ore, secondo i rumors. «Ma se anche fosse dopo la pausa estiva, che cambierebbe? Ormai, indietro non si torna», taglia corto più di un esponente di Iv: «È Carlo che ha segnato il punto di non ritorno». E «Matteo» si sarebbe limitato a trarne le conseguenze.
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A riprova del fatto che si fa sul serio, già gira il nome del nuovo gruppo autonomo dei renziani: Italia viva - Centro riformista. «Per sottolineare che non siamo stati noi ad allontanarci da progetto originario del Terzo polo: è Calenda che va verso il Pd».
I MAL DI PANCIA
Un destino che pare già scritto: ognun per sé. Archiviando definitivamente ogni rimasuglio dell’alleanza. Ma la rottura non sarà indolore. Perché se alla Camera entrambi i leader dovrebbero formare gruppi autonomi senza problemi (sfruttando la deroga al numero minimo di deputati già concessa a Noi moderati e Verdi-sinistra), a Palazzo Madama il pallottoliere gioca a favore di Renzi. Che con sei senatori, avrà diritto a formare una propria pattuglia. I calendiani, al contrario, finirebbero nel misto (anche se gira voce di un corteggiamento in corso verso la senatrice di “Sud chiama Nord” Dafne Musolino). E non è una questione da poco, visto che gruppo autonomo significa diritto a uffici, collaboratori, fondi. Ma il divorzio rischia di alimentare pure i mal di pancia interni: Mariastella Gelmini e Mara Carfagna da un lato, Elena Bonetti ed Ettore Rosato dall’altro. Per quest’ultimo, ieri Antonio Tajani ha negato che sia in corso un avvicinamento a Forza Italia (che oggi annuncerà i nomi dei nuovi responsabili dipartimenti e la data del congresso, probabilmente a febbraio). Sullo sfondo, la partita delle europee. E quella soglia del 4% sempre più difficile da scavalcare, per i riformisti in ordine sparso.
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