Prima il manifesto politico. Poi un nuovo nome, che dovrà essere «più sexy» di “Terzo polo”. Infine, entro l’autunno, il battesimo del partito unico. Mentre a sinistra continua il tira e molla tra Pd e Movimento 5 Stelle (con il leader della minoranza Stefano Bonaccini che invita Elly Schlein a «non schiacciarsi» sui pentastellati), al centro Carlo Calenda e Matteo Renzi spingono sull’acceleratore. Il partito unico dei liberali e riformisti, concordano i leader di Azione e Italia viva, «si farà». E si farà «entro settembre-ottobre», secondo i piani del front-man della federazione Calenda. Così da farsi trovare pronti per le Europee della primavera 2024. Una roadmap che ieri ha ricevuto la benedizione anche da parte dell’ex premier, che in mattinata ha riunito il gruppo dirigente di Iv per decretare il via libera definitivo al matrimonio coi calendiani.
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LE NOZZE
Le nozze, dunque, s’hanno da fare.
Tra loro, sembra che non ci sarà Matteo Renzi: «Ha fatto un passo indietro – ricorda l’ex ministro dello Sviluppo –, fa altro, da persona intelligente dà un contributo importante». Nelle scorse settimane, ambienti renziani avevano fatto filtrare una preferenza per una leadership femminile, dalla stessa Bonetti a Mara Carfagna. Ma sarebbe stato lo stesso Renzi – che in un’intervista al Messaggero ha detto di vedersi bene nel ruolo di «padre nobile» del nuovo soggetto – a stoppare il pressing per una donna al timone. «Per noi va bene Carlo – ha tagliato corto – Se sarà una donna a scalare il partito unico, lo farà con le sue capacità, come Meloni e Schlein».
E se la scrittura del «manifesto politico» comincerà subito (l’obiettivo è chiudere entro aprile), il prossimo passo è al scelta del il nome e del simbolo. «Dev’essere più sexy e affascinante di Terzo polo», ironizza Renzi. E Calenda: «Abbiamo un sacco di idee, vedremo». Difficilmente sarà «Italia in Azione»: «Quello era solo un work in progress», spiega l’ex ministro, che (archiviata l’ipotesi “Renew”) vedrebbe bene un riferimento alla famiglia dei liberal-democratici. Mentre qualcuno, dalle parti dei renziani, fa il tifo per “Italia libera”.
Quale che sia la soluzione, in estate partirà il via alle iscrizioni, per arrivare tra settembre e ottobre al varo della costituente. Al centro, dunque, si marcia compatti. Anche se Italia viva sottolinea di voler raccomandare «la massima apertura» verso altri soggetti interessati al percorso (come potrebbe essere +Europa), e fa sapere che porterà i suoi «suggerimenti» alla riunione del comitato politico fissata per la prossima settimana.
LA RISPOSTA
Un’accelerazione che qualcuno legge come una risposta ai movimenti in atto nell’altra metà campo dell’opposizione, la sinistra. Dove la conquista della segreteria dem da parte di Elly Schlein (e l’abbraccio della neosegretaria con Giuseppe Conte a Firenze) ha rimescolato le carte in tavola. Lo sfidante sconfitto, Bonaccini, ieri ha invitato la nuova leader a non «schiacciarsi e guardare solo il M5S» («ma non mi pare che sia quella la sua intenzione», ha precisato). Per poi lanciare un avvertimento sul rischio di una «emorragia silenziosa di chi rischia di non sentirsi a casa» nel nuovo Pd. Ieri i due ex sfidanti per la conquista del Nazareno si sono sentiti, e oggi si incontreranno di nuovo. Obiettivo: arrivare all’assemblea di domenica con un accordo in tasca per la presidenza del partito. Che, secondo i rumors, la nuova segretaria potrebbe essere sul punto di convincersi ad affidare a Bonaccini, per offrire un segnale di distensione alla minoranza dem.
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