Dal nostro inviato
PESCARA
«L'effetto Sardegna dobbiamo ancora vederlo perché non si è ancora capito come è finita, io sono molto ottimista francamente...» Quando a Pescara piazza Salotto è già arredata per ospitare i tre leader di centrodestra, Giorgia Meloni ne approfitta per far tappa a Teramo e rilanciare le ambizioni della coalizione di centrodestra dopo il voto sardo (in realtà, de facto, concluso con un vantaggio per Alessandra Todde di circa 1600 voti). Un passaggio, quello nel capoluogo, tutt’altro che casuale. Qui Meloni - nel collegio congiunto con L’Aquila - ha costruito le sue fortune alle politiche del 2022. Ed è sempre qui che pensa di poter rafforzare le chance di vittoria del governatore uscente Marco Marsilio. La città, tradizionalmente di centrosinistra e considerata vicina all’altro contendente Luciano D’amico che è stato rettore dell’Università cittadina, è potenzialmente l’ago della bilancia assieme a chi deciderà di astenersi.
La circoscrizione Aquila-Teramo è quella che ha regalato a Meloni un seggio alla Camera dei deputati nel 2022. Se il capoluogo di regione è però considerato una roccaforte di FdI, lo stesso non può dirsi di Teramo.
Non è un caso quindi che al motto “Il governo che fa bene all’Abruzzo” hanno sfilato una decina di ministri. Così come non lo è il pre-comizio pescarese che la premier si è ritagliata per confrontarsi con le associazioni datoriali. «Penso che sapere ascoltare anche quando non si è d'accordo o si parte da interessi diversi su cui trovare poi una sintesi può fare la differenza nell'individuare delle soluzioni» dice tra gli applausi dei rappresentanti della Confcommercio e della Confindustria locale. «Io ho da tempo investito sulla sfida dell'Abruzzo, essendo io eletta qui alle brutte mi cacciate, avete un maggiore appiglio, ma dimostra ancora una volta quante attenzione dedichiamo a questa crocevia della nostra nazione»