La Rai trasloca, lavori a viale Mazini: i dirigenti in via Cassia. In vendita il 15% delle torri

Approvato in Cda il piano industriale: 2 anni di interventi nel quartier generale. Dalla quota di RaiWay previsti 190 milioni. Più produzioni interne, centoventi assunzioni

La Rai trasloca, lavori a viale Mazini: i dirigenti in via Cassia. In vendita il 15% delle torri
di Mario Ajello
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Venerdì 19 Gennaio 2024, 00:00

Cambia il dna della Rai. E c’è finalmente, dopo 10 anni, un Piano industriale molto ambizioso, fatto apposta per portare nel futuro il servizio pubblico e strutturare l’azienda di Viale Mazzini come una vera e propria digital media company al passo con i tempi, con la concorrenza anche internazionale e con la domanda degli utenti. È da quando al vertice c’era Luigi Gubitosi che la Rai non aveva un piano di sviluppo adeguato allo standing e alle potenzialità di questa azienda. Adesso eccolo, porta la firma dell’ad Roberto Sergio e del dg Giampaolo Rossi. In Cda lo hanno votato 6 consiglieri su 7 (unica ad opporsi la delegata del Pd, Francesca Bria). E le sollecitazioni di Alessandro Di Majo per i M5S e Davide Di Pietro rappresentante dei dipendenti, sulla funzione cruciale del giornalismo d’inchiesta, sul ruolo decisivo di RaiParlamento e sulla centralità dei dipendenti nella nuova stagione produttiva, sono state assunte nel Piano industriale. Di cui fa parte il Piano immobiliare già approvato a dicembre (fondato sul rafforzamento di Roma nelle strategie di crescita e non poteva essere altrimenti visto che l’ad è, da autodefinizione, «un romano, un romancentrico e un romanista») e che per la prima volta è integrato con il nuovo Contratto di servizio condiviso dalla Rai con il ministero delle Imprese e del Made in Italy, arricchito dal contributo della commissione di Vigilanza, e che a breve passerà al vaglio del Consiglio dei ministri. 

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La modernità

Sergio è molto contento del lavoro fatto in questi sei mesi, da quando è cambiata la governance aziendale, e il Piano industriale 2024-2026 è il frutto di questo impegno: rientro dall’indebitamento, messa in sicurezza dei conti e investimenti strategici. Per cominciare: 120 nuovi assunti in Rai, giovani specializzati nel digital e nei new media, e nei prossimi anni, dopo queste prime immissioni, il numero degli ingressi sarà destinato ad aumentare. 225 milioni aggiuntivi vengono stanziati per il prodotto. Circa 190 deriveranno dalla vendita di quote di RaiWay ma la maggioranza societaria resta saldamente in capo a Viale Mazzini. La cessione del 14-15 per cento della società delle torri di trasmissione non pregiudica altre operazioni di valorizzazione che riguardano RaiWay e che sono quelle che hanno portato finora a una forte salita del titolo (ieri la piccola perdita del 4% in Borsa è fisiologica e non preoccupante). 
E dunque, l’insieme di queste strategie di razionalizzazione e riorganizzazione porteranno risorse nelle casse, utili ad aiutare il bilancio e il rilancio.

C’è questo e c’è molto altro e così sintetizza Sergio: «Affrontare con coraggio le sfide della digitalizzazione, garantendo la stabilità economica dell’azienda, valorizzando il nostro capitale umano di professionalità e rafforzando la missione di servizio pubblico. È questo l’obiettivo ambizioso che ci pone al fianco dei grandi player internazionali, proiettando la Rai verso il futuro». 

Il riassetto

C’è inoltre un aspetto molto romano e molto importante in questo riassetto con sguardo al futuro. E riguarda Viale Mazzini. Dal 2025 al 2027 il quartier generale della Rai verrà completamente ristrutturato e riadattato: per diventare sostenibile e green. Un intervento radicale, che richiederà preventivamente lo spostamento in altre sedi sparse per Roma delle oltre 2000 persone che lavorano negli otto piani dell’edificio in Prati. Sulla temporanea dislocazione ancora non ci sono idee precise, ma l’ipotesi più concreta è che potrebbe essere il centro Tim in Via Oriolo Romano ad ospitare per lo più chi ora lavora a Viale Mazzini, a cominciare dai vertici aziendali. Per due anni il mitico Settimo Piano, dove siedono i super big, verrà trasferirà dunque in zona Cassia insieme a tutto il resto? Molto possibile. Anche perché la nuova location è pronta ad essere abitata: si tratterà soltanto di spostare scrivanie, computer e il resto in uno spazio non troppo lontano dalla sede storica. Poi si tornerà alla base. In questa riorganizzazione moderna della Rai, verrà anche ampliato il centro Biagio Agnes, ossia la cittadella radio-televisiva di Saxa Rubra dove verranno impiantati nuovi studi e spazi tecnologici secondo una logica di eco-sostenibilità. Tutto questo rientra in una filosofia aziendale che mette al centro di tutto i dipendenti, le professionalità interne e quel patrimonio tecnico e culturale di cui il servizio pubblico abbonda. Aumenteranno infatti, rispetto alle produzioni esterne, i format Made in Rai. 

Tra management e Cda è stato fatto un lavorone. E infatti la presidente Marinella Soldi ringrazia tutti per aver condotto in porto questo Piano di trasformazione aziendale e produttiva. Che sarà, nei due anni di durata dei lavori di ristrutturazione del palazzo in Prati, anche un cambiamento geopolitico qui a Roma. Da Rai-Mazzini a Rai-Cassia (cambieranno i bar di riferimento, le trattorie dove si parla di politica televisiva, i ritrovi convivial-lavorativi) e ritorno. Un saluto al cavallo simbolo del palazzo televisivo, realizzato dallo scultore Francesco Messina, e un arrivederci a molto presto. In un’azienda che intanto con il Piano targato Sergio-Rossi cambia pelle e fa diventare ultra-moderna la prima industria culturale italiana. 

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